LA MONETA dispensa semplificata |
❍ Le funzioni della
moneta. Il baratto.
❍ Cosa intendono
per “moneta” gli economisti?
❍ Casi di
creazione e distruzione di moneta:
❍ Il ruolo delle
banche nella creazione della moneta
❍ I sistemi di pagamento
tra banche
❍ Il sistema bancario italiano
❍ La Banca d’Italia, la
BCE e il SEBC
❍ La “politica
monetaria”. La “politica monetaria espansiva”. La “politica monetaria
restrittiva”
❍ Quanti tipi di
scorte di moneta tiene una famiglia o una impresa?
❍ Cosa si intende
per "eccesso di offerta di moneta"?
❍ La politica
monetaria restrittiva vista dall’economista John Kenneth Gailbraith
❍ Calcoli con valori percentuali
❍ La misura
dell’inflazione. I numeri indici dei prezzi
❍ Le conseguenze
negative dell’inflazione
❍ Il mercato monetario e
finanziario
❍ I cambi
❍ Le funzioni della moneta. Il
baratto.
▸ Le funzioni della moneta sono:
· Riserva
di valore
· Mezzo
di scambio
· Misura
di valore
▸ Il baratto
Il baratto è lo scambio di cosa
contro cosa
▸ Le caratteristiche della moneta ideale sono:
· Inalterabilità
· Universale
accettazione
· Alto
valore (trasportabilità)
· Divisibilità
· Valore
stabile nel tempo
▸ L’oro ha caratteristiche che lo fanno
avvicinare alla moneta ideale, ma ha un difetto: ne esiste una quantità troppo
limitata per le necessità degli scambi mondiali. Sin dagli anni ’60 del secolo
scorso esso è stato quindi abbandonato a favore della carta-moneta.
❍ Cosa intendono per “moneta” gli economisti?
Per gli economisti “moneta” è
l’insieme dei mezzi di pagamento accettati dai soggetti (famiglie e imprese) di
un sistema.
Fanno parte di tale insieme:
▸ Moneta
legale
▸ Banconote
▸ Monete
metalliche (moneta divisionaria)
▸ Depositi
bancari a vista (moneta bancaria)
I depositi possono essere di
due tipi: a) depositi a vista, che non danno interessi, possono essere ritirati
senza preavviso e consentono di emettere assegni; b) depositi a risparmio, che
richiedono un preavviso per il ritiro, non consentono la emissione di assegni e
danno un interesse al depositante.
La moneta in circolazione o
stock di moneta o offerta di moneta è l’insieme di banconote, monete metalliche
e depositi a vista a disposizione del pubblico (cioè famiglie e imprese).
E’ la somma delle scorte di
moneta detenute dai soggetti privati (famiglie e imprese)
Offerta di moneta (stock di
moneta) = Circolante + Depositi a vista
Circolante + base monetaria =
moneta legale
● BASE MONETARIA
E’ lo stock di moneta legale
detenuta dalle banche.
Moneta legale = Circolante +
Base monetaria
● BANCONOTA
(BIGLIETTO DI BANCA)
Un tempo era un titolo al
portatore, contenente la obbligazione della banca emittente di pagare a vista
una determinata somma ("tonda"), cioè a convertirla in moneta
metallica avente valore intrinseco, o in verghe d'oro, o in monete straniere a
loro volta convertibili in oro.
● CIRCOLANTE
(MONETA CIRCOLANTE)
E' lo stock di moneta legale
detenuto dal pubblico, con esclusione quindi delle riserve di moneta legale
delle banche.
● DOMANDA DI MONETA
Domanda di scorte monetarie da
parte delle famiglie e delle imprese (settore privato) a scopo transattivo,
precauzionale e speculativo
● MONETA
STOCK DI MONETA
IN CIRCOLAZIONE
OFFERTA DI MONETA
Circolante + Depositi a vista
● MONETA A CORSO
LEGALE
MONETA A CORSO
FORZOSO (CARTA MONETA INCONVERTIBILE)
Lo stato può imporre
("corso legale") o non imporre ("corso fiduciario") la
accettazione della sua moneta come mezzo legale di pagamento, cioè di
estinzione dei debiti pecuniari.
Il “corso forzoso” si ha
quando, nel caso di moneta a corso legale la banca di emissione nega il cambio
in moneta metallica ("corso forzoso")
L’euro è una moneta a corso
legale e a corso forzoso
● MONETA BANCARIA
DEPOSITI A VISTA
DEPOSITI A
RISPARMIO
Depositi a vista creati dalle
banche.
I depositi possono essere di
due tipi: a) depositi a vista, che non danno interessi, possono essere ritirati
senza preavviso e consentono di emettere assegni; b) depositi a risparmio, che
richiedono un preavviso per il ritiro, non consentono la emissione di assegni e
danno un interesse al depositante.
● MONETA COMMERCIALE
Sono monete commerciali gli
assegni bancari e circolari, i vagli postali, le cambiali, le carte di credito
● MONETA DI CONTO
Unità di moneta che non circola
materialmente ma in depositi, versamenti, registrazioni di dare e avere,
bilanci di enti, che sono espressi in questa moneta. Per i pagamenti viene
prima trasformata nella moneta che si usa nei pagamenti.
Ad esempio, fino al 2001 il
bilancio dell’Unione Europea, i contributi versati dai vari paesi, i fondi
erogati dall’Unione Europea erano denominati in Euro, ma i pagamenti ai privati
avvenivano nelle monete nazionali
Un altro esempio è dato dai
contratti che prevedono pagamenti futuri in cui, per evitare gli effetti
dell’inflazione sulla moneta nazionale, la prestazione viene calcolata in una
moneta estera caratterizzata da una maggiore stabilità di valore, che funziona
come moneta di conto. Il pagamento può essere effettuato in moneta nazionale,
ma dopo averne rapportato il valore alla moneta estera in base al cambio del
giorno.
● MONETA
DIVISIONARIA
Meglio nota come “spiccioli”, è
la moneta di piccolo taglio coniata generalmente in metalli non preziosi (ma
esistono anche “biglietti di banca” cartacei, come i vecchi biglietti da
cinquecento lire del secolo scorso), il cui valore intrinseco è, almeno
all’origine, notevolmente inferiore al valore nominale impresso sulla moneta
stessa.
● MONETA ELETTRONICA
Serve per indicare la moneta
costituita da registrazioni nella memoria di computer, il cui pagamento avviene
trasmettendo ordini al computer. Un conto corrente relativamente al quale si
può usare una carta bancomat o una carta di credito (per fare acquisti presso
negozi o su internet) è considerabile moneta elettronica.
● MONETA LEGALE
Mezzi di pagamento coniati
(monete) o emessi (biglietti di banca) dallo stato (raramente qualche stato
attribuisce corso legale anche a monete straniere) aventi corso legale: cioè
che tutti sono tenuti ad accettare in pagamento (obbligo stabilito dall'art.
1277 codice civile e dall'art. 693 codice penale)
● Solvibilità
La capacità di soddisfare gli
impegni economici assunti, la disponibilità di denaro con cui far fronte ai
propri debiti
● Certificato di
deposito
Titolo emesso dalla banca e rappresentativo
di un deposito che ha una scadenza vincolata. Il risparmiatore deposita una
determinata somma e ne ottiene il rimborso a una data pattuita
● Cambiale
E’ rilasciata da una persona
che non può immediatamente far fronte a un debito contratto e che si impegna,
firmandola, a pagare a una determinata scadenza. Il creditore, a sua volta, se
ha bisogno di denaro in contante, può trasferire la cambiale ad una banca
(“riscontare la cambiale”) ottenendo una somma pari al valore della cambiale
meno l’interesse che la banca si trattiene.
❍ Casi di creazione e distruzione di moneta:
Forniamo ora delle
esemplificazioni dei principali casi di creazione/distruzione di moneta o di
base monetaria.
(1) La banca Alfa concede un prestito
all’imprenditore Tizio accreditandogli la somma di 1000 € sul suo deposito a
vista presso la banca stessa
∆ Circolante = ∅
∆ Base monetaria = ∅
∆ Moneta bancaria
(Depositi a vista) = + 1000
∆ Stock di moneta
(Circolante + Depositi a vista) = + 1000
(2) La banca Alfa acquista dollari da un
esportatore per un controvalore di 1000 €, che vengono accreditati sul deposito
a vista dell’esportatore presso la banca Beta.
(Nota Bene: La moneta straniera
non è “moneta” per l’economia nazionale)
∆ Circolante = ∅
∆ Base monetaria = ∅
∆ Moneta bancaria
(Depositi a vista) = + 1000
∆ Stock di moneta
(Circolante + Depositi a vista) = + 1000
(3) La Signora Rosa deposita 1000 € in contanti
sul suo deposito a vista presso la banca Alfa.
∆ Circolante = - 1000
∆ Base monetaria = + 1000
∆ Moneta bancaria
(Depositi a vista) = + 1000
∆ Stock di moneta
(Circolante + Depositi a vista) = ∅
(4) La Signora Rosa, cliente della banca Alfa,
sposta 1000 € da un deposito a vista ad un deposito a risparmio.
∆ Circolante = ∅
∆ Base monetaria = ∅
∆ Moneta bancaria
(Depositi a vista) = - 1000
∆ Stock di moneta
(Circolante + Depositi a vista) = - 1000
(5) Tizio restituisce alla scadenza il prestito
ricevuto dalla banca Alfa pagando 600 € in contanti e 400 € con assegno emesso
su un deposito che ha presso la banca Beta.
∆ Circolante = - 600
∆ Base monetaria = + 600
∆ Moneta bancaria
(Depositi a vista) = - 400
∆ Stock di moneta
(Circolante + Depositi a vista) = - 1000
❍ Il ruolo delle banche nella creazione della moneta
▸ Operazioni
passive della banca (dette anche di raccolta o di provvista) sono il mezzo
attraverso il quale le banche si procurano i fondi necessari per svolgere la
propria attività. Lo strumento di raccolta più diffuso nel settore bancario è
il deposito a vista, ma accanto ad esso figurano anche le obbligazioni, i
certificati di risparmio (depositi a risparmio) e altri titoli.
▸ Operazioni attive della banca sono quelle con
le quali essa impiega il denaro raccolto mettendolo a disposizione di chi lo
richiede.
▸ Le principali operazioni di impiego sono:
▸ Lo sconto cambiario con cui la banca anticipa
al cliente possessore di cambiali il pagamento del credito, trattenendo un
compenso per l’operazione.
▸ L’anticipazione bancaria che è un prestito
concesso dalla banca e garantito da pegno su tutoli, merci o deposito bancari.
Il pegno è una garanzia che ha per oggetto un bene mobile su cui il creditore
può soddisfare il suo credito nel caso in cui il debitore non restituisca alla
scadenza la somma di denaro avuta in prestito
▸ Apertura di credito, con cui la banca si
impegna a tenere a disposizione del cliente una somma di denaro per un
determinato periodo di tempo o a tempo indeterminato
▸ Il mutuo, che è un prestito monetario a
medio-lungo termine concesso dalle banche in un’unica soluzione che verrà poi
restituito in rate periodiche
comprensive dell’interesse pattuito.
Gli economisti semplificano
questa descrizione nel modo seguente.
La banca raccoglie risparmio
dalle famiglie.
La moneta legale che i
risparmiatori depositano presso la banca è un debito della banca verso i
depositanti, e viene segnata al passivo del suo bilancio.
Contemporaneamente la banca
presta denaro a famiglie e imprese creando depositi che i mutuatari possono
utilizzare e che dovranno ricostituire
al termine del prestito.
Tali depositi costituiscono un
credito della banca nei confronti dei depositanti e vanno segnati all’attivo
del suo bilancio.
Normalmente la banca crea
depositi per un ammontare molto superiore alla moneta legale che ottiene dai
depositanti. L’unico limite è costituito dalla riserva obbligatoria di moneta
legale che la legge le impone di tenere.
Una banca deve tenere una
scorta di moneta legale (banconote e monete metalliche) per far fronte ai
prelievi che i depositanti effettuano ai suoi sportelli. Questa scorta è
espressa come percentuale r dei depositi, e si chiama “aliquota di riserva
obbligatoria”. Essa è imposta per legge alle banche.
Se r = 0,2 ciò vuol dire che
una banca, a fronte di depositi per 1000 € deve avere moneta legale per 200 €.
Questo vuole a sua volta dire che una banca che ha ottenuto 200 € dai clienti
che hanno depositato somme presso di essa può creare depositi a vista per 1000
€.
❍ I sistemi di pagamento tra
banche
Esponiamo ora il sistema di
pagamento tra banche ordinarie mediante stanza di compensazione
Supponiamo che Tizio, che ha un
conto corrente di 300 € presso la banca
Alfa, emetta un assegno di 150 € a favore di Caio, che ha un deposito di 400 €
presso la banca Beta.
Contemporaneamente Mevio, che
ha un conto corrente di 300 € presso la banca Beta emette un assegno di 200 € a
favore di Sempronio, che ha un conto di 150 € presso la banca Alfa.
La banca Alfa deve 150 € alla
banca Beta e contemporaneamente la banca Beta deve 200 € alla banca Alfa.
Le due banche, attraverso la
“stanza di compensazione” compensano il credito di 150 € che ciascuna ha verso
l’altra. Rimangono da pagare 50 € da parte della banca Beta alla banca Alfa.
La banca Beta può materialmente
inviare contante o a sua volta spostare denaro da un deposito che ha presso la
banca Alfa o presso altre banche
La banca Beta può anche pagare
spostando una parte dei depositi che tutte le banche ordinarie hanno presso la
Banca d’Italia
Infine, la banca Alfa rettifica
le sue scritture: ora il conto corrente di Tizio è di 150 € e non più di 300 €
mentre il conto di Sempronio è di 350 € e non più di 150 €
Anche la banca Beta rettifica
le sue scritture: ora il conto corrente di Caio è di 550 €, e non più di 400 €,
mentre il conto corrente Mevio sarà di 100 € e non più di 300 €
Le banche effettuano la maggior
parte dei pagamenti tramite compensazioni, senza spostamenti materiali di
moneta.
❍ Il sistema bancario italiano
La struttura dell’attuale
sistema bancario è la seguente:
▸ Organi di vigilanza, al cui vertice operano il
CICR (comitato interministeriale per il credito e il risparmio) che vigila
sull’intero sistema bancario; il ministro dell’economia e delle finanze, che presiede
il CICR e svolge funzioni amministrative e normative nel settore; la Banca
d’Italia, incaricata di vigilare e indirizzare le banche nell’esercizio della
loro attività
▸ Banche operanti in Italia, che non si
differenziano per l’attività svolta ma per la loro origine. Si distingue
infatti tra banche nazionali, che hanno sede legale in Italia, banche
comunitarie, che hanno sede legale in uno stato comunitario, banche
extracomunitarie, che hanno sede legale in uno stato che non fa parte della
Unione Europea.
❍ La Banca d’Italia, la BCE e il
SEBC
La Banca d’Italia è la banca
centrale italiana e ha il potere di emettere in via esclusiva carta moneta. Le
monete metalliche sono invece emesse dalla Zecca, che è sotto il controllo del
Ministero dell’economia e delle finanze. La Banca d’Italia è ora parte
integrante del sistema europeo di banche centrali (SEBC) il cui nucleo è la
Banca centrale europea (BCE). Con la c reazione dell’unione economica e
monetaria che ha portato dodici stati membri dell’Unione Europea all’adozione
di una moneta unica (euro), la Banca d’Italia ha modificato il suo ruolo.
Nell’ambito del SEBC contribuisce a determinare gli indirizzi e le scelte di
politica monetaria per l’intera area dell’euro, mediante le ricerche e le
analisi elaborate dai propri uffici. In relazione agli indirizzi definiti dalla
BCE e dal SEBC realizza in ambito nazionale gli interventi necessari alle
scelte economiche europee.
La Banca d’Italia vigila sul
sistema bancario e sulla sua stabilità, tutela la concorrenza sul mercato del
credito, esercita la supervisione del mercato creditizio e svolge il servizio di Tesoreria dello
Stato, che consiste nell’amministrare le spese e le entrate dello Stato.
Nella Unione Europea ha un
ruolo determinante il Sistema europeo di banche centrali, costituito dalla
Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali. Il suo obiettivo
principale è il mantenimento della stabilità dei prezzi. I compiti fondamentali
del SEBC riguardano: la definizione e attuazione della politica monetaria della
Comunità; le operazioni sui cambi; la gestione delle riserve in valuta estera
degli stati membri; il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
La Banca centrale europea è il
braccio operativo del SEBC, ha il compito di formulare e attuare gli indirizzi
della politica monetaria comunitaria, impartendo le necessarie istruzioni alle
banche centrali nazionali.
❍ La “politica monetaria”. La “politica monetaria
espansiva”. La “politica monetaria restrittiva”
La "Politica
monetaria" è l'insieme delle azioni intraprese dalle autorità per
controllare lo stock di moneta e, in tal modo, influenzare o controllare
variabili macroeconomiche importanti quali livello generale dei prezzi, saggio
di interesse, livello dei cambi, investimenti, ecc.
Si parla di "politica
monetaria espansiva" quando le azioni delle autorità hanno l'obiettivo di
incrementare lo stock di moneta; di "politica monetaria restrittiva"
quando l'obiettivo è la diminuzione dello stock di moneta.
Quando lo stock di moneta
aumenta le famiglie cercano di liberarsene acquistando beni di consumo o
investendo in azioni e obbligazioni. In entrambi i casi fanno aumentare la
produzione.
Quando lo stock di moneta diminuisce,
non c’è sufficiente credito per famiglie e imprese, e la domanda di beni e
servizi diminuisce (vedi, più avanti il brano dell’economista J. K. Galbraith)
❍ Quanti tipi di scorte di moneta tiene una famiglia o una
impresa?
▸ Scorte
transattive: una famiglia o una impresa deve tenere scorte per effettuare i
pagamenti
▸ Scorte
precauzionali: è la quantità di moneta tenuta per le spese impreviste
▸ Scorte
speculative: è la moneta tenuta per speculare sulla vendita e l’acquisto dei
titoli
❍ Cosa si intende per "eccesso di offerta di
moneta"?
Si tratta della situazione in
cui lo stock di moneta legale e bancaria in circolazione - cioè presente nei
portafogli di famiglie e imprese - è superiore a quello da esse desiderato.
In tale situazione esse
cercheranno di liberarsi della moneta in eccesso.
❍ La politica monetaria restrittiva vista dall’economista
John Kenneth Gailbraith
E’ vero che la politica
monetaria è efficace contro l’inflazione. Se la Banca Centrale dà al credito un
giro di vite sufficiente a ridurre i fondi che possono essere prestati dalle
banche commerciali, e se le obbliga ad aumentare i tassi di interesse, gli
investimenti delle imprese e le spese dei privati ne risentiranno. Ma il
maggior costo e la maggiore rarità del denaro
colpiranno in primo luogo l’edilizia, le piccole imprese impossibilitate
a rinnovare magazzino e macchinario, e i privati che non possono più comprare a
credito automobili ed elettrodomestici; per la semplice ragione che tutte
queste attività sono finanziate dal credito. E se le misure restrittive vengono
spinte abbastanza avanti perché i depositi bancari non siano più investiti e
reinvestiti, verranno a capo dell’inflazione.
Gli effetti di queste
costrizioni penalizzano le parti sociali in modo immancabilmente molto
ineguale. La portata della politica monetaria è la compressione della capacità
generale di spesa di imprese e famiglie, che gli economisti chiamano domanda
globale o domanda aggregata. La sua caduta non costringerà la
General Motors, né la Exxon, né la Renault o la Shell, né alcuna corporation
gigante a frenare l’aumento dei propri prezzi. I primi colpi di freno saranno
per la produzione e la vendita. Infatti, le corporation hanno il potere
contrastare la tendenza alla diminuzione dei prezzi e di mantenere i prezzi che
desiderano. E’ per poter fare questo che sono divenute sempre più grandi. Hanno
la possibilità di assorbire l’aumento dei salari o di qualunque altro costo di
produzione aumentando i prezzi. E possono decidere di tenerli stabili e
resistere agli aumenti salariali solo di fronte a un’altissima capacità di
produzione inutilizzata. Allora il tasso di disoccupazione sarebbe tale che i
sindacati modererebbero le loro rivendicazioni. Nel settore delle grandi corporation
la politica monetaria agisce quindi creando o aggravando la disoccupazione. E’
questa la triste ed evidente lezione che si deve trarre dalle prime
applicazioni in grande stile degli anni ’70 della politica monetarista.
Ma la politica monetaria ha un
altro effetto altrettanto discriminatorio a vantaggio dei potenti. Abbiamo
visto che la corporation dispone di una fonte di autofinanziamento
indipendente dalle risorse bancarie. Potendo attingere ai propri profitti, si sottrae ai decreti
della Banca centrale e alle restrizioni del credito delle banche commerciali.
Poi, le corporation sono i clienti privilegiati delle banche, le prime
ad essere servite quando si libera qualche disponibilità di credito. E poiché
hanno il controllo dei loro prezzi, possono ripercuotere un aumento dei tassi
di interessi sui prezzi imposti ai consumatori. Sono quindi più che armate
contro gli inconvenienti della politica monetaria.
Le cose vanno in modo ben
diverso per l’agricoltore, per il piccolo commerciante che ha bisogno di
liquidi per ricostituire gli stock, e prima di tutto per l’edilizia, che lavora
con capitali presi a prestito e con clienti che dipendono anch’essi dai
prestiti per la casa. Le prime vittime della politica monetaria saranno questi
rami. Quindi le sue conseguenze sono chiare: crea disoccupazione, ha riguardo
dei grandi e dei potenti e penalizza i piccoli.
I monetaristi, Milton Friedman
in testa, sono di opinioni politiche conservatrici, e tendono quindi a non
preoccuparsi eccessivamente degli effettivi una politica che favorisce la
grande impresa a spese della piccola o che aggrava la disoccupazione. Friedman
è rimasto fedele più di altri ad una visione di una società in cui famiglie e
imprese obbediscono agli stimoli della concorrenza e del mercato. Per lui
l’economia della libera concorrenza è ancora viva e presente: la grande corporation
non ha un posto di grande rilievo nelle sue ricerche. Se si ammette questa idea
che esiste un mercato con molte imprese in concorrenza tra loro, si può anche
pensare che gli effetti della politica monetaria si distribuiscono più o meno
uniformemente su un insieme di aziende concorrenziali. E se queste subiscono
più o meno allo stesso modo le leggi impersonali della concorrenza, una
restrizione del credito bancario e della domanda globale le obbligherà ad
abbassare i prezzi o almeno a rinunciare ad aumentarli. La disoccupazione è una
conseguenza solo accessoria.
In sintesi, la restrizione del
credito bancario non colpisce le grandi corporations e non le induce a
diminuire i propri prezzi. Colpisce invece duramente il settore dell’economia
di mercato. E se colpisce l’insieme dell’economia è per aggravare la
disoccupazione.
▸ Si
ha inflazione da domanda quando la
domanda di beni e servizi è superiore alla produzione che il sistema è in grado
di offrire occupando tutte le risorse (lavoro, capitale ecc.) disponibili.
Per la legge della domanda e
della offerta, in tale caso si ha un aumento dei prezzi dei beni.
▸ Una
inflazione da domanda può essere provocata da un aumento della quantità di
moneta in circolazione.
Infatti, secondo molti
economisti, un aumento della quantità di moneta si scarica sempre in una
domanda aggiuntiva di beni e servizi da parte delle famiglie.
▸ Una inflazione da domanda può essere provocata
da una eccessiva spesa pubblica
▸ Si
ha inflazione da costi quando i costi di produzione aumentano determinando una
pressione sui prezzi.
▸ Un
caso tipico di inflazione da costi si ha quando i prezzi internazionali delle
materie prime aumentano a causa di nazionalizzazioni, guerre, politiche di
cartello degli stati produttori ecc.
Il nascere di forti
organizzazioni sindacali provoca un aumento del costo del lavoro e può
innescare una inflazione da costi.
▸ Un
caso tipico di inflazione da costi è la inflazione scatenata da rivendicazioni
salariali, in particolare la spirale prezzi-salari.
▸ Esiste
anche una inflazione da squilibri settoriali dal lato dei costi e dal lato
della domanda.
Gli squilibri settoriali dal
lato dei costi si verificano quando gli aumenti salariali concessi nei settori
più dinamici dell’economia, che in tali settori non provocano aumenti dei
prezzi perché si verificano in presenza di alti profitti ed aumenti di
produttività, vengono estesi ai settori più arretrati, che non potendo contare
su un aumento dei profitti o della produttività sono costretti a fronteggiare
l’aumento dei salari con un aumento dei prezzi.
▸ Gli squilibri settoriali dal lato della
domanda sono determinati da fattori (nuove mode, importazione di modelli di
consumo da altri paesi ecc) che possono determinare una concentrazione della
domanda in alcuni settori più che in altri. La pressione dell’eccesso di
domanda fa aumentare i prezzi in questi settori; d’altronde è noto che i
prezzi al consumo sono caratterizzati da
una certa vischiosità, cioè dalla lentezza a scendere, in casi di eccesso di
offerta. Perciò i prezzi dei settori la cui domanda è diminuita non caleranno
altrettanto rapidamente di quelli che sono cresciuti. Da tutto questo possono
risultare, nel complesso, tendenze inflazionistiche.
❍ Calcoli con valori percentuali
Spesso gli economisti
utilizzano nelle loro descrizioni valori percentuali anziché valori assoluti.
Si noti che il termine
"valore assoluto" può avere due significati ben distinti:
(a) Per valore assoluto di un numero relativo x
si intende quello derivante dalla seguente trasformazione:
● se
x è positivo il valore assoluto è pari ad x
● se
x è negativo il valore assoluto è pari a – x
● se
x è zero il valore assoluto è zero
Così, il valore assoluto di +2
è +2, mentre il valore assoluto di – 5 è 5
Di solito, per indicare questo
tipo di valore assoluto, si fa precedere e seguire il numero da una sbarretta
verticale:
|x|
(b) Per valore assoluto di una grandezza in
contrapposto a valore percentuale si intende il valore non espresso in termini
percentuali
Ad esempio, se la produzione di
auto brasiliane è passata da 1000 unità a 2000 unità nel corso del 1991 si dirà
che l'aumento in valore assoluto è di 1000 unità, mentre in valore percentuale
è del 100%
Lo studente deve stabilire, in
base al contesto del discorso, a quale dei due significati si faccia
riferimento. Nel caso di dubbio chiederà chiarimenti all'insegnante.
Nel presente paragrafo,
"valore assoluto" di una grandezza sarà inteso nel significato (b),
in contrapposto cioè a "valore percentuale"
Lo studente deve essere in
grado di compiere le seguenti operazioni:
(1) Trasformare una frazione qualsiasi in un
valore percentuale
Si consideri la frazione: facendo la proporzione si ottiene:
4 : 5 = x : 100
che si legge: “4 rappresenta
rispetto a 5 la stessa parte che x rappresenta rispetto a 100”. Dalla
proporzione si ottiene:
x = 80
per cui la nostra percentuale
sarà pari a
In pratica, è sufficiente
moltiplicare ·
100 per ottenere
(2) Conoscendo una variazione in valore
assoluto, tradurla in termini percentuali
Consideriamo la produzione di
auto brasiliana come sotto riportata:
Produzione 1990 = 2300 unità
Produzione 1991 = 2550 unità
E' evidente che la variazione
in valore assoluto della produzione è stata di:
2550 - 2300 = + 250 unità
Per trasformare questo valore
assoluto in valore percentuale occorre anzitutto stabilire il valore di
riferimento. Normalmente, se non viene detto diversamente, il valore di
riferimento di una variazione è il valore iniziale (nel nostro caso: 2300
unità).
La domanda è quindi: quanta
percentuale di 2300 rappresenta 250?
Per rispondere occorre
impostare la proporzione:
x : 100 = 250 : 2300
che si legge così: "x
rappresenta rispetto a 100 la stessa parte che 250 rappresenta rispetto a
2300"
Da ciò si ottiene:
Il metodo consiste quindi nel
moltiplicare per 100
(3) Determinare l'incremento (o decremento) di
una grandezza in valore assoluto conoscendone il valore percentuale.
Sia noto ad esempio che la
produzione brasiliana di auto nel 1991 è aumentata del 75% rispetto a quella
del 1990, che era di 3540 unità. Quante auto in più sono state prodotte nel
1991 rispetto al 1990?
Il calcolo è molto semplice, in
quanto basta moltiplicare il valore di riferimento (produzione 1990) per la
frazione che rappresenta la percentuale:
❍ La misura dell’inflazione. I numeri indici dei prezzi
L’inflazione è l’aumento
generalizzato dei prezzi che si verifica nel corso di un periodo. Si dice anche
che il livello medio o media dei prezzi aumenta.
L’Istituto Centrale di
Statistica (ISTAT) calcola le medie pesate dei prezzi relative ad un certo
numero di anni.
Nella media pesata ogni prezzo
è pesato in relazione alla quantità venduta del relativo bene:
I numeri indici considerano un
certo numero di anni, a partire da un anno base. La media dei prezzi dell’anno
base è fatta uguale a 100 e le altre vengono modificate in proporzione:
TABELLA 0603201559 |
|||||||
|
anno base |
anno 1 |
anno 2 |
anno 3 |
anno 4 |
anno 5 |
anno 6 |
anni |
2000 |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
medie
pesate |
40 € |
50 € |
60 € |
70 € |
80 € |
90 € |
100 € |
indici
dei prezzi |
100 |
125 |
150 |
175 |
200 |
225 |
250 |
I numeri indici possono essere
utilizzati per calcolare l’inflazione di un dato anno. Ad esempio, passando
dall’anno 1 all’anno 2 l’indice dei prezzi passa da 125 a 150, aumentando del
20%: questa è proprio la misura dell’inflazione dell’anno 2.
❍ Le conseguenze negative dell’inflazione
▸ Si creano discriminazioni tra i titolari dei
vari redditi: i titolari dei redditi monetari che variano solo a intervalli
relativamente lunghi per effetto della contrattazione con la controparte sono
più penalizzati di coloro che possono ritoccare al rialzo i loro redditi
monetari.
In genere vengono danneggiati
maggiormente i percettori di redditi fissi rispetto ai percettori di redditi
variabili.
Tra gli stessi lavoratori le
categorie di lavoratori più forti, in condizione di inflazione, riescono ad
ottenere aumenti salariali, le altre no
▸ Diminuzione del risparmio a favore del consumo
Quando il reddito nominale si
riduce le famiglie tentano di mantenere i consumi precedenti diminuendo il
risparmio piuttosto che diminuire i consumi.
Questo effetto è però
controbilanciato dal fatto che la redistribuzione di ricchezza dalle famiglie
meno abbienti a quelle più abbienti aumenta la propensione al consumo della
collettività.
▸ Redistribuzione di ricchezza dai titolari dei
redditi fissi ai titolari dei redditi variabili
All’aumentare del valore
monetario del reddito nazionale, alcune categorie aumentano i propri redditi
individuali, altre no: questo porta le prime ad avere una percentuale più alta
di reddito nazionale. In particolare il primo effetto dell’inflazione è far
aumentare i profitti degli imprenditori prima dei salari.
▸ Vengono favoriti i debitori a scapito dei
creditori, che si vedono pagare con moneta svalutata
▸ I prodotti nazionali diventano meno
competitivi e compare uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti
▸ Si crea incertezza sui prezzi e in genere sul
costo dei fattori, e questo può frenare gli investimenti
▸ Si modifica la struttura degli investimenti:
vengono privilegiati gli investimenti a breve termine, perché, in una
condizione di incertezza, sono più sicuri di quelli a lungo termine.
▸ Il potere di acquisto del reddito delle
famiglie diminuisce
▸ In un sistema fiscale con imposte progressive
si verifica il fenomeno del “fiscal drag”: l’aumento del reddito nominale fa
scattare aliquote più elevate, anche se il reddito reale rimane lo stesso.
▸ Una perdurante inflazione può generare nei
soggetti economici (imprenditori e lavoratori) aspettative inflazionistiche. In
una situazione di aspettative inflazionistiche i contratti stipulati dalle
organizzazioni sindacali presuppongono la presenza di inflazione futura e sono
essi stessi inflazionistici, creando i presupposti per la spirale
prezzi-salari. Inoltre, in queste condizioni, è difficile per le autorità
utilizzare con successo politiche anti-inflazionistiche.
▸ Sebbene da un lato si deve considerare che lo
Stato, debitore delle somme mutuate con i titoli del debito pubblico è
avvantaggiato dall’inflazione, dall’altro è inevitabile che l’inflazione faccia
aumentare le spese della Pubblica Amministrazione, col rischio di aggravare il
deficit pubblico.
▸ Si
può scatenare la spirale prezzi-salari (vedi sotto)
▸ Gli aumenti salariali dei lavoratori
comprimono i margini di profitto degli imprenditori: il prezzo di ogni unità di
prodotto venduta copre infatti sia i vari tipi di costi (del lavoro, delle
materie prime, dei servizi, degli ammortamenti...) sia la quota di profitto
dell'imprenditore. Se aumenta la parte di costo e il prezzo rimane invariato,
deve diminuire la quota di profitto su ogni unità venduta.
▸ Per salvare i propri margini di profitto gli
imprenditori normalmente, se le autorità non intervengono, aumentano i prezzi,
scatenando la spirale inflazionistica nota come
"prezzi-salari-prezzi": l'aumento dei prezzi dei prodotti fa sì
infatti che il costo della vita aumenti e presto annulli i benefici degli
aumenti di salario. Inizierà così di nuovo il ciclo: i lavoratori chiederanno
nuovi aumenti salariali, che gli imprenditori neutralizzeranno con nuovi
aumenti dei prezzi
❍ Il mercato monetario e
finanziario
▸ La moneta che affluisce al mercato
monetario è costituita da giacenze monetarie “temporaneamente disponibili”: i
possessori desiderano investire solo a breve termine (sei-diciotto mesi) e con
la sicurezza di riavere il denaro alla scadenza. Questa offerta di denaro
proviene dai depositi delle banche e da altri organismi economici (come le
compagnie di assicurazione) che hanno mezzi liquidi disponibili per breve tempo
Il mercato monetario è
costituito dai depositi a vista e a breve termine, dall’erogazione del credito
a breve termine e dalle obbligazioni a breve termine. Chiedono denaro a breve
scadenza soprattutto commercianti e industriali, che hanno bisogno di capitale
monetario per l’esercizio della loro attività.
▸ La
moneta che affluisce invece sul mercato finanziario è costituita da veri e
propri risparmi che i possessori
desiderano investire a medio-lungo termine acquistando azioni, obbligazioni e
concedendo crediti a lungo termine.
Richiedono moneta al mercato
finanziario:
▸ le imprese che non hanno sufficienti fonti
interne di finanziamento
▸ Gli acquirenti di alcuni beni di consumo
durevole (es. le case)
▸ Lo
Stato e gli enti pubblici, per fronteggiare deficit di bilancio
Il mercato finanziario è quindi
caratterizzato da operazioni a medio-lungo termine, aventi ad oggetto azioni e
obbligazioni, che si svolgono nella Borsa valori.
▸ L’azione
è un titolo di credito rappresentativo della partecipazione al capitale di una
società di capitali. Le azioni sono titoli emessi da società pre azioni,
cooperative, società in accomandita per azioni
Un “titolo di credito” è un
documento che incorpora un diritto o una serie di diritti, che vengono in tal
modo trasferiti mediante il trasferimento del documento.
Una azione incorpora l’insieme
dei diritti e doveri che costituiscono lo status di socio, mentre una
obbligazione incorpora solo un diritto di credito.
Chi acquista azioni diventa
socio della società e ne condivide le sorti
▸ Un
titolo come l’azione ha:
▸ Un
valore nominale, costituito dalla cifra scritta sul titolo
▸ Un
valore reale, costituito dal valore della parte di capitale della società per
azioni rappresentato dalla azione
▸ Un
valore di mercato, che è il prezzo a cui l’azione viene acquistata e venduta in
borsa
Questi tre valori non sono
necessariamente coincidenti
▸ Le
obbligazioni sono titoli di credito emessi da una società e acquistati dai
risparmiatori. Il risparmiatore in possesso dell’obbligazione è un creditore nei
confronti della società. Egli, oltre ad avere diritto al rimborso della somma
versata alla scadenza ha anche diritto a riscuotere periodicamente gli
interessi.
▸ I
titoli del debito pubblico (Buoni ordinari del Tesoro, Certificato di Credito
del Tesoro) sono obbligazioni, però in questo caso l’emittente non è una
impresa privata, ma lo Stato
▸ A
differenza delle obbligazioni e dei titoli del debito pubblico, che sono
“titoli a reddito fisso”, che danno la sicurezza di ricevere un interesse e il
capitale alla scadenza, le azioni sono “titoli a reddito variabile”, che danno
profitti solo se la società realizza guadagni, e che possono arrivare a perdere
completamente il proprio valore se la società realizza perdite.
▸ La
Borsa valori è il mercato nel quale avvengono le vendite e gli acquisti dei
titoli mobiliari sia pubblici che privati (azioni, obbligazioni, titoli di
stato). Tale ente non ha carattere pubblico: attualmente è una società per
azioni.
▸ In passato le contrattazioni in Borsa
avvenivano ad opera di professionisti autorizzati: gli agenti di cambio. Questi
operatori comunicavano nelle Borse valori le loro intenzioni di acquisto o
vendita, per conto della clientela, con segni convenzionali e ad alta voce in
un apposito recinto, detto appunto “recinto alle grida”. Oggi l’agente di
cambio è stato sostituito da altri intermediari finanziari:
▸ Società di intermediazione immobiliare
(s.i.m.) italiane, che sostituiscono gli agenti di borsa.
▸ Imprese di investimento comunitarie che devono
avere ottenuto l’autorizzazione dell’autorità di vigilanza del loro paese di
origine
▸ Imprese di investimento extracomunitarie
autorizzate dalla CONSOB
▸ Banche (italiane, comunitarie ed
extracomunitarie), che possono operare in borsa direttamente o mediante la
creazione di una s.i.m.
▸ Altri intermediari finanziari iscritti in un
elenco speciale tenuto dalla Banca d’Italia.
▸ Una
rete di computer e terminali permettono la negoziazione continua dei valori
mobiliari, garantendo maggiore rapidità ed efficienza negli scambi.
▸ Gli investitori istituzionali sono
organismi pubblici o privati che, per effetto della loro natura giuridica, dei
loro statuti e dei loro atti costitutivi, investono le disponibilità liquide
che possiedono in titoli del mercato finanziario:
▸ Banche
▸ Istituti di assicurazione
▸ Fondi comuni di investimento (Investment trusts)
I fondi di investimento si
sostituiscono al singolo risparmiatore nell’acquisto dei titoli, che sceglie
accuratamente secondo i criteri della redditività e della crescita di valore.
Consentono alle famiglie di impiegare anche modeste somme, limitando i rischi
connessi alle oscillazioni dei valori finanziari
▸ Fondi chiusi
Fanno capo a società in tutto
simili a quelle che amministrano i fondi comuni di investimento. Sono fondi ad
accumulazione, nel senso che i proventi ricavati dagli utili e dividendi vanno
ad accumularsi al valore delle quote (il cui taglio minimo è piuttosto
elevato). Si chiamano chiusi perché: a) Il capitale può essere ritirato solo
alla fine della vita del fondo (5-10 anni); b) Il fondo è mirato a finanziare
le imprese di un determinato settore produttivo.
▸ Società finanziarie
Hanno lo scopo di acquisire il
controllo del pacchetto azionario di società quotate per amministrarne la
gestione attingendo a fondi propri o a quelli del gruppo cui appartengono.
▸ S.i.ca.v. (Società di intermediazione a
capitale variabile)
Sono assai simili ai fondi
comuni: raccolgono il risparmio presso il pubblico e lo impiegano sul mercato
finanziario. Presentano però la particolarità che le risorse raccolte
confluiscono nel loro capitale sociale. In pratica, i risparmiatori che
aderiscono alle s.i.ca.v. sottoscrivono le azioni da queste emesse e ne
diventano pertanto azionisti.
❍ I cambi
▸ Cosa si intende per "tasso di
cambio"?
Si definisce "tasso di
cambio" la quantità di moneta nazionale necessaria per ottenere una unità
di moneta estera (cosiddetto "cambio incerto per certo"), ovvero la
quantità di moneta estera necessaria per ottenere una unità di moneta nazionale
(cosiddetto cambio "certo per incerto")
▸ Cosa si intende per "svalutazione o
rivalutazione di una moneta rispetto ad un'altra"?
Si definisce "svalutazione
o indebolimento o deprezzamento di una moneta A rispetto ad una moneta B" l'aumento
del numero di unità di moneta A che vengono scambiate con una unità di moneta B
Si definisce "rivalutazione o rafforzamento o apprezzamento di una moneta
A rispetto ad una moneta B" la diminuzione del numero di unità di moneta A
che vengono scambiate con una unità di moneta B