L'UCCELLINO PRIGIONIERO |
Un ricco
ebreo passeggiava nel suo giardino e accortamente ghermì un uccellino per la
coda.
Ma la sua
meraviglia fu grande quando sentì che l'uccellino parlava e gli diceva:
"Potente
signore, lascia ad un povero uccellino la libertà e la vita; a che cosa io ti
posso servire? Non sono bello per le mie piume, non canto armoniosamente, non
valgo neanche un buon boccone perché sono magro… Deh! lasciami, chè se mi lasci io ti dirò tre massime che formano la
saggezza di tutti i tempi.
"Ebbene",
disse l'ebreo, "se è così, dimmi le tre massime e io ti darò la
libertà".
"Eccoti
servito" rispose l'uccello, "se vuoi non esser pazzo ricordati di
queste tre cose: primo: non pensare mai a quello che è passato e che non torna
più; secondo: non desiderare quello che non puoi avere; terzo: non credere alle
cose impossibili".
"Bravo!"
disse l'ebreo, "le tre massime mi piacciono, e mantengo la promesse"
Aprì la mano
e l'uccellino volò via.
Ma appena
posato su un albero, cominciò a ridere pazzamente.
L'ebreo,
sconcertato, gli domandò: "Uccellino, perché ridi?"
"Rido perché c'è da piangere sulla debolezza della ragione
umana. Tutti gli uomini hanno la superbia della ragione e per questo deviano
dalla verità e perdono tutto".
"E a
qual proposito dici questo?"
"Dico
questo perché mi hai concesso a buon mercato la libertà e seguendo la tua ragione hai perduto un tesoro, perché è
vero che io non ho belle penne, è vero che non ho un bel canto e non sono un
buon boccone; ma se tu avessi aperto il mio ventre vi avresti trovato un
brillante grosso tre volte un uovo di gallina e saresti il più ricco della
Terra.
L'ebreo
restò stupito. Poi disse:
"Ma
sciocco sei tu che preferisci la tua libertà alla tiepida stanza in cui ti
avrei messo e ti metterei, con erbe sempre fresche e grano sceltissimo… perché
non vieni?
Ma l'uccello
continuò a ridere e disse:
"Voialtri
uomini sapienti non dovete mai
dimenticare ciò che avete appreso, e mai
la ragione dovete offuscare con il desiderio. Sono appena pochi istanti e ti ho
dato tre massime ed ora le hai già dimenticate? Ti ho detto di non pensare alle
cose passate e tu ci pensi. Non desiderare ciò che non puoi avere, e tu
scioccamente desideri che io venga a farmi squartare. Non credere alle cose
impossibili e tu credi del che il mio corpicino racchiuda un brillante più grosso del mio corpo.
Così ridendo
si allontanò e l'ebreo restò per la seconda volta compreso di meraviglia.