Il treno


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Il signor Pohotni, alto consigliere di una importante banca della capitale, incontrò Dio in treno. In prima classe, si capisce.

Ogni volta che viaggiava in treno, il che non succedeva spesso, il signor Pohotni utilizzava la prima classe, non solo perché era l'unica adatta alla sua posizione, ma anche perché lì aveva meno probabilità di trovare compagnia indesiderata. Per natura sospettoso e diffidente, come si addice al suo status, cercava di evitare incontri con sconosciuti ogni volta che gli era possibile. Prima di cominciare quel viaggio, aveva brevemente preso in considerazione, forse guidato da qualche presentimento, di prenotare tutti i sei posti nello scompartimento e assicurarsi così che nessuno lo potesse disturbare, ma alla fine la sua prudenza di bancario aveva avuto la meglio: sarebbe stato un investimento esagerato per una cosa che, con un po' di fortuna, poteva ottenere anche gratis.

La fortuna premiò il signor Pohotni per tre quarti del viaggio. A quel punto, a una piccola fermata dove i treni veloci di norma non si fermano, Dio salì sulla carrozza della prima classe e andò dritto nello scompartimento del signor Pohotni. L'alto consigliere, naturalmente, non riconobbe Dio subito. Al primo istante, il signore che aprì la porta del suo scompartimento gli sembrò, senza che lui riuscisse a spiegarsi perché, un ufficiale in pensione, probabilmente un colonnello. Era un uomo basso, con i capelli folti anche se brizzolati, i baffi curati e le guance leggermente rosse. Indossava un vestito di taglio classico che nascondeva con abilità le rotondità appena accentuate.

Dio entrò, fece un cordiale sorriso e un breve inchino al signor Pohotni, poi estrasse dalla tasca sinistra della giacca il biglietto del treno, lo guardò, quindi si sedette vicino al finestrino, di fronte al signor Pohotni, e accavallò le gambe. Guardò il suo compagno di viaggio senza dire nulla, e senza smettere di sorridere.

In altre circostanze, questo comportamento avrebbe amareggiato profondamente il signor Pohotni. L'avrebbe considerato sgarbato, perfino sfacciato. Davvero, che maniere sono queste, fissare una persona che non si conosce, e sogghignare, poi. Quando aveva pensato di comprare i biglietti per tutto lo scompartimento aveva in mente soprattutto spiacevolezze di questo genere. La gente è capace di comportarsi in modo indecente, anche in prima classe.

Invece, per qualche motivo, lo sguardo insistente dello sconosciuto non lo mandava in collera. Tutt'altro, si poteva dire. Lo interpretò come un invito perfettamente accettabile alla conversazione, che avrebbe accorciato il viaggio monotono. Del resto, che male poteva esserci in una chiacchierata tra due distinti signori quasi coetanei, costretti dal caso a passare un po' di tempo insieme nello stesso posto? Avrebbero dovuto stare zitti fino a destinazione solo perché nessuno li aveva formalmente presentati l'uno all'altro? Non sia mai. Non bisogna essere schiavi di rigide norme sociali.

Il signor Pohotni ripose sul sedile di fianco il libro che fino a quel momento stava leggendo - Incontri impossibili, rilegato in pelle - e anche lui sorrise al suo compagno di viaggio. «Spero che non le dispiaccia il finestrino abbassato», disse.

«Per niente», rispose Dio. «C'è molta afa.»

«C'è spesso molta afa d'estate», notò l'alto consigliere. Solo dopo aver pronunciato le parole, si accorse che non era stato un commento molto perspicace. Si sentì a disagio. Gli mancava l'esperienza nelle conversazioni leggere. «Se desidera, possiamo alzarlo un po'», aggiunse cortesemente.

«No, no», disse Dio, «non serve, va benissimo così.»

«È meglio viaggiare durante altre stagioni», continuò il signor Pohotni dopo una breve riflessione. «In quei periodi non c'è mai afa e, quindi, non occorre aprire il finestrino.»

«Sì», concordò Dio, «se si è nella posizione di scegliere, bisogna evitare di viaggiare quando fa caldo.»

«Anche se, a volte, capita che scaldino troppo i vagoni in inverno, e allora bisogna abbassare un filo il finestrino, perché lo scompartimento si raffreddi un po'.»

«È davvero più piacevole quando non fa troppo caldo.»

«A dire il vero, è più scomodo in primavera e in autunno. In quelle stagioni è più difficile mettersi d'accordo con gli altri viaggiatori. C'è sempre qualcuno che vuole tenere il finestrino un po' aperto per avere aria fresca, particolarmente durante i viaggi lunghi, mentre agli altri dà fastidio la corrente.»

Dio sospirò. «Non è facile accontentare la gente.» Nulla si poteva togliere o aggiungere a una tale conclusione, e proprio questo mise in imbarazzo l'alto consigliere. Avrebbe voluto continuare la conversazione, ma sembrava che l'argomento dell'apertura del finestrino fosse stato del tutto esaurito. Non sapeva cosa dire ancora in proposito, e non gli veniva in mente altro di cui parlare. Davvero, di cosa si interessano i colonnelli in pensione? Mai prima si era trovato in compagnia di uno di essi, e quindi non ne sapeva nulla. Di sicuro argomenti militari. Cos'altro? Purtroppo, però, il signor Pohotni non si intendeva affatto di argomenti militari.

Dio continuava a fissarlo, con un sorriso. Quando ormai l'alto consigliere cominciava ad agitarsi, all'improvviso gli si presentò un modo per uscire dall'imbarazzo. Ma certo! Era arrivato il momento giusto per presentarsi. Questo di sicuro avrebbe portato a un comportamento meno sostenuto. Fece un inchino, magari più profondo di quanto si usi comunemente.

«Mi permetta», disse, porgendo la mano al compagno di viaggio di fronte. «Pohotni, alto consigliere bancario.»

Dio strinse la mano, facendo anche lui un piccolo inchino e rispondendo in modo conciso, senza inutili aggiunte: «Dio»,

Se una cosa stupì l'alto consigliere, e per un solo istante, fu di non essere rimasto per nulla stupito quando venne a sapere chi fosse il suo compagno di viaggio. All'improvviso gli sembrò non solo ovvio, ma anche naturale, che l'arrotondato signore dai capelli brizzolati in vestito scuro di fronte a lui fosse ... Dio. Certo, chi altri? Come gli era venuto in mente che potesse essere un colonnello in pensione? Sciocchezze.

Ma anche se accettò il fatto con una calma sorprendente, il signor Pohotni si trovò ugualmente nei guai. Sapeva ancor meno di cosa parlare con Dio che con un colonnello in pensione. In questo campo aveva ancora meno esperienza. Gli fu subito chiaro, però, che chiacchierare adesso sarebbe stato abbastanza fuori luogo, e comunque non si era rivelato molto abile nel farlo. Inoltre sentiva che nemmeno parlare di finanza sarebbe stato l'argomento giusto, anche se in questo caso se la sarebbe cavata benissimo. No, doveva scegliere qualcosa di più adatto.

  «Sono morto?» chiese con un po' di imbarazzo, lasciando finalmente la mano del compagno di viaggio.

Morto? No, perché crede di essere morto?»

«Be', credevo che la si incontrasse solo dopo la morte. Almeno così si dice.»

«Si dicono tante cose. Non deve credere a tutto. Incontro ogni persona una prima volta mentre è viva.»

«Non lo sapevo.»

«Certo che non lo sapeva. Nulla si sa di questo.»

L'alto consigliere annuì, tirò fuori il fazzoletto e lo passò sulla fronte, poi lo tenne in mano. «Di sicuro c'è un motivo per questi incontri.»

«C'è, sì.»

«È collegato con quello che fa la gente, come si comporta? Se è onesta o meno?»

«No», rispose Dio. «Non c'entra nulla con questo.»

Il signor Pohotni tentò di nascondere un sospiro di sollievo, ma gli riuscì solo in parte. «Allora si può sapere perché incontra le persone?»

«Certo. Per rispondere alle loro domande.»

«Quali domande?»

«Qualsiasi. Tutto si può chiedere. » «Tutto? »

  «Sì. Può sapere da me quello che vuole. Non ci sono limiti.»

L'alto consigliere pensò un attimo. «E cosa si aspetta in cambio?»

«Niente. »

«Proprio niente?»

«Proprio niente. Non sono il diavolo. Lo prenda come, diciamo, la rettifica di un'ingiustizia. Dio deve essere giusto, vero? La gente viene privata di tante cose, e allora questa è l'occasione per recuperare un po'. Senza alcun compenso.»

«Ah, così». disse signor Pohotni. «Molto generoso da parte sua. Ammetto che, in passato, non sono mai stato troppo devoto, per dire, ma in futuro, le assicuro...»

«Non sia precipitoso. Aspetti prima di vedere se le farà piacere quel che scoprirà. Non è sempre sicuro, e a volte la devozione può essere molto vacillante. Allora, che cosa vorrebbe chiedermi?»

L'alto consigliere cominciò ad arrotolare il fazzoletto umido. «Tutto questo viene così all'improvviso. Se almeno avessi avuto un po' di tempo per pensare, per prepararmi. Non è semplice chiedere qualcosa a Dio così, su due piedi.»

«Però di sicuro esiste qualcosa che vorrebbe sapere, qualcosa che la stuzzica, o la affligge. Non si trattenga. Risponderò a ogni sua domanda.»

«Mi è difficile decidere. Certo, ci sono molte cose che mi interessano, ma...»

«Le faccio presente che non abbiamo tanto tempo. Non manca molto alla sua fermata, e io scenderò dal treno prima di lei. Le consiglio di usare al meglio questo incontro. Non ce ne sarà un altro.»

«Allora va bene, ecco. Vede, sto andando a fare una perizia sull' affidabilità di un' azienda che ha chiesto un prestito alla nostra banca. Un prestito enorme, quasi un terzo del nostro capitale. lo ho una grossa responsabilità. Se raccomandassi l'approvazione del prestito, e l'affare andasse male, sarebbe un colpo fortissimo per la banca, magari anche fatale. A ogni modo, sarebbe la mia fine. D'altra parte, se nego la raccomandazione, e l'affare riesce grazie a un' altra banca, perderei completamente la reputazione. Quindi mi sarebbe di inestimabile aiuto sapere come agire.»

Il sorriso sparì dal volto di Dio. «È sicuro di volermi chiedere questo?»

«Sì », rispose l'alto consigliere senza esitare. «È una cosa molto seria. Non mi sono mai trovato prima di fronte a una decisione così importante. Si tratta della mia intera carriera, e anche del futuro della banca, si potrebbe dire.»

«Va bene. Come vuole. Anche se, a dire il vero, poteva farmi una domanda più generica, anche riguardo l'aldilà, però se questo non la attira...»

«Certo che mi attira», il signor Pohotni interruppe Dio. «Ogni tanto ci penso, come no; però sa, in questo momento...»

« Lo so, lo so», disse Dio, «non deve spiegarmi niente. Ecco la risposta alla sua domanda. Valuterà che bisogna approvare il prestito e non sbaglierà.»

Questa volta l'alto consigliere nemmeno tentò di trattenere il sospiro di sollievo. Per un attimo fu tentato di farsi il segno della croce, ma poi gli sembrò inappropriato.

«La ringrazio tantissimo. Di sicuro sarò molto più devoto, ci può contare.»

«Forse. Ma non durerà a lungo. Solo un anno e mezzo.»

«Cosa intende? Nulla potrà dissuadermi. L'assicuro che sarò devoto fino alla fine della mia vita. »

«È proprio di questo che sto parlando. Le rimane un anno e mezzo di vita.»

Il signor Pohotni guardò il suo compagno di viaggio con gli occhi socchiusi.

«Ma questo non può essere », pronunciò infine con voce soffocata. « Voglio dire, sono in perfetta salute, vado periodicamente dal medico, faccio una vita regolare...»

«Non si muore solo di malattia. Lei si suiciderà. Si sparerà una pallottola nella tempia. »

L'alto consigliere avvicinò il fazzoletto alla bocca e con un gesto tremante si pulì il bordo delle labbra. «Perché dovrei farlo?»

«Perché commetterà un errore che porterà la banca alla rovina. Dopo l'attuale successo diventerà troppo sicuro di sé, e in circostanze simili a questa prenderà la decisione sbagliata. Il suicidio sarà l'unica dignitosa via d'uscita per lei.»

Non sapendo cosa rispondere, il signor Pohotni continuò a fissare lo sguardo vuoto sull'interlocutore sul sedile di fronte. Poteva sentire il proprio polso nelle orecchie. Allora gli balenò un pensiero e lo afferrò con disperazione.

«Però questo si può evitare. Mi ha avvertito del pericolo. E se non prendessi alcuna decisione? Se mi ritirassi completamente dal lavoro?»

«Temo che non potrà contare sul mio avvertimento», rispose Dio. «Si ricorda che le ho detto che nessuno sa dei miei incontri con la gente in vita. Perché, secondo lei?»

L'alto consigliere alzò le spalle. «Perché è un segreto? »

«No. Non ne varrebbe la pena. Qualcuno l'avrebbe già scoperto. La natura umana è così. Ho dovuto provvedere a qualcosa di più affidabile. A nessuno rimane il ricordo dell'incontro con me. Anche lei lo dimenticherà completamente non appena sarò sceso dal treno.»

«Ma, se mi permette, qual è lo scopo di incontrare la gente? Offrirle risposte che non si possono ricordare?»

«È il massimo che si potesse ottenere. La scelta era tra rimanere nella totale ignoranza e una conoscenza che viene pagata con un rapido oblio. Tra niente e qualcosa. Ho scelto qualcosa. Mi sembrava più giusto.»

«A me non sembra molto giusto comunicare a una persona che tra poco morirà, e poi togliergli la possibilità di salvarsi. Non me ne voglia, ma ci si aspetterebbe di più che fosse il diavolo ad agire così.»

«Al contrario, il diavolo le risparmierebbe l'oblio per avere l'occasione di godere della sua agonia. E anche se dovesse ricordare questo incontro, comunque non le porterebbe la salvezza. Nulla di quel che farebbe potrebbe impedire l'inevitabilità dei futuri avvenimenti. Quindi perché esporla all'inutile sofferenza che porta la conoscenza della morte prossima?»

Da lontano risuonò il fischio prolungato della locomotiva, e subito dopo il convoglio cominciò a rallentare.

«Forse avrei potuto chiedere qualcos'altro», disse piano il signor Pohotni.

«Sì, avrebbe potuto. Ma ora, purtroppo, è tardi. Stiamo arrivando alla mia fermata.»

«Non è facile pensare alla domanda giusta da fare a Dio.»

« Lo so. Però, se le è di consolazione, nemmeno è facile, come abbiamo già concluso, accontentare la gente.»

Dio si alzò e porse la mano all' alto consigliere. «Addio, signor Pohotni. È stato un piacere.»

Anche il signor Pohotni si alzò e strinse la mano del suo compagno di viaggio.

«Addio», rispose, anche se questa parola non gli sembrò del tutto adatta all' occasione.

Quando, qualche momento più tardi, il convoglio ripartì, l'alto consigliere alzò lo sguardo dal libro che aveva continuato a leggere e lo volse oltre il finestrino, chiedendosi perché si erano fermati in quella piccola stazione. Non era prevista nell'orario. A ogni modo, non ci sarebbero state altre fermate fino alla sua destinazione. Adesso di sicuro sarebbe rimasto da solo nello scompartimento fino alla fine del viaggio. Aveva fatto bene a non prenotare tutti i posti. Un consulente bancario di successo deve prendere decisioni giuste in ogni occasione. Era un buon segno prima della prossima perizia.