GLI STRAORDINARI BENEFICI DELLA VITAMINA C

 

 

 

 

 

 

 

I BENEFICI DELLA VITAMINA C (DA BRAIN ALLERGIES) 

I BENEFICI DELLA VITAMINA C (DA HOW TO LIVE LONGER AND FEEL BETTER) 

I BENEFICI DELLA VITAMINA C (DA LA DIETA CHE FA BENE ALLA MENTE) 

EFFETTI COLLATERALI DELLA VITAMINA C 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I BENEFICI DELLA VITAMINA C

(DA BRAIN ALLERGIES)

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Il rifiuto della medicina ufficiale di utilizzare molecole naturali, in particolare la vitamina C, contro le infezioni batteriche ha un ulteriore aspetto negativo nel fatto che l'alternativa sono gli antibiotici, il cui uso dovrebbe essere cautamente limitato. Gli antibiotici sono agenti antisintomatici, che non rafforzano in alcun modo il sistema immunitario, come potrebbe invece fare una regolare assunzione di molecole essenziali naturalmente presenti nel nostro corpo, tra cui la vitamina C.

Pauling notò che gli umani, a differenza della maggior parte degli altri animali, che la produce nel fegato e nei reni, hanno sviluppato con l'evoluzione un difetto genetico che impedisce al loro organismo di sintetizzare la vitamina C. Questo difetto genetico non è limitato alla vitamina C, ma a un gruppo estremamente numeroso di sostanze che l'uomo deve assumere dall'esterno. Questo è forse una conseguenza del successo evoluzionistico di una razza di cacciatori-raccoglitori la cui intelligenza garantisce un costante rifornimento di prede ricche di principi nutritivi. Prendendo in esame le quantità di vitamina C prodotte dai reni e dal fegato prodotte dai mammiferi, ad es. topi o capre, e facendo la proporzione tra il loro peso corporeo e quello umano, Pauling vide che la produzione di un animale selvatico, rapportata ad un umano sarebbe di 13-19 grammi al giorno. E questo solo nel caso di organismi sani, non attaccati da batteri. Durante la produzione di vitamina C nei reni e nel fegato degli animali aumenta notevolmente, mentre gli umani sono incapaci, in tali situazioni di procurarsi un supplemento di vitamina C.

Pauling ha più volte criticato i protocolli utilizzati per determinare le Recommended Dietary Allowances (RDA) delle vitamine e degli altri nutrienti. I livelli di assunzione giornalieri raccomandati (RDA) dalla FDA americana non rappresentano in alcun modo il dosaggio ottimale, ma quello minimo. La RDA di vitamina C è in particolare la quantità minima per evitare lo scorbuto. In altre parole: se un individuo assume la RDA di vitamina C ogni giorno egli semplicemente eviterà lo scorbuto o la morte per avitaminosi. Senza tacere del fatto che non viene presa in alcuna considerazione la situazione individuale né la presenza di un eventuale stato patologico. Rappresentanti della FDA hanno pubblicamente ammesso che le RDA "non sono in alcun modo raccomandazioni per la dieta ideale", e che anzi nella loro determinazione "è stata volutamente evitata ogni considerazione riguardante l'optimum o il riferimento ad una qualsivoglia finalità" come ad esempio quella di rinforzare il sistema immunitario o combattere processi patologici o infiammatori o detossificare l'organismo.

Perdipiù, come Pauling fece notare, lo scorbuto non è semplicemente una malattia, è lo stadio finale di disgregazione fisiologica conseguente ad una avitaminosi protratta, stadio finale che conduce al collasso biochimico e alla morte. Evitare lo scorbuto vuol quindi semplicemente dire evitare il collasso biochimico e la morte, non la avitaminosi. Una RDA determinata come livello minimo per evitare la morte da scorbuto non è sicuramente una RDA ottimale, perché consente uno stato di avitaminosi cronica subletale, con tutti i disturbi fisici e psichici che ne derivano.

Linus Pauling scrisse che "vi è una incontrovertibile evidenza clinica che un aumento deciso della dose giornaliera di vitamina C rispetto ai 45 mg della RDA fornisce una significativa protezione nei confronti del raffreddore". Numerosi studi in doppio cieco condotti tra il 1942 e il 1975 confermano l'intuizione di Pauling che un aumento della dose giornaliera di acido ascorbico (ma anche di altri nutrienti)  rafforza i meccanismi di protezione del corpo e riduce sia il numero che la gravità delle malattie da raffreddamento. Le percentuali di diminuzione di incidenza della malattia variano in questi studi dal 25% al 68%. Le quantità somministrate variavano da 200 mg a 2 grammi.

La vitamina C interviene nel meccanismo più potente di neutralizzazione delle infezioni: la distruzione dei microrganismi invasori ad opera dei leucociti. Questo processo è chiamato fagocitosi. Già da tempo è stato scoperto che la vitamina C è uno degli ingredienti fondamentali per una efficiente attività fagocitica da parte dei leucociti. I leucociti devono essere saturati di vitamina C per poter assolvere questo compito. I globuli bianchi sono in grado di ingerire i batteri e contemporaneamente producono perossido di idrogeno. Il perossido di idrogeno si combina con la vitamina C per produrre una sostanza chimica che è letale per la quasi totalità dei batteri conosciuti. I ricercatori pensano che l'ossidazione della vitamina C ad opera del perossido produca lo splitting del dna del virus ad opera dei radicali liberi che si vengono a formare da tale ossidazione. Se il livello di vitamina C nei leucociti è basso, questo meccanismo non si attiva. Durante gli attacchi infettivi la quantità richiesta di vitamina C è notevole. Una dose di 250 mg giornalieri (più di cinque volte la RDA) è assolutamente insufficiente. Le concentrazioni utili variano da 1 g a 15 g giornalieri di vitamina C, a seconda della gravità dell'infezione. In certi casi neanche queste dosi sono sufficienti.

I medici ortomolecolari hanno stabilito il criterio della "bowel tolerance" (tolleranza intestinale): il soggetto dovrebbe aumentare l'assunzione di vitamina C fino al punto che questa gli provochi diarrea, ed assestarsi non troppo sotto questo livello.

La cosa sorprendente e interessante è che la "bowel tolerance" si modifica nelle situazioni di attacco batterico: in quel caso il soggetto scopre che può assumere fino a 5 volte più vitamina C senza accusare sintomi gastroenterici. Questo è il segno che in condizioni patologiche il corpo richiede una quantità molto più alta di vitamina C.

Ad altissime dosi (fino a 200 grammi al giorno) la vitamina C si è mostrata efficace anche contro infezioni virali, come polmoniti e mononucleosi.

Secondo alcuni medici ortomolecolari, gli esperimenti volti a confutare l'intuizione di Pauling sull'utilità della vitamina C sono stati condotti con dosi variabili da 2 a 4 grammi, che risultano insufficienti nella maggior parte dei casi. Nel caso di raffreddore serio la "bowel tolerance" dell'organismo si eleva a 15 grammi; nel caso di influenza fino a 100-150 grammi; nel caso di polmonite virale o mononucleosi fino a 200 grammi, senza che gli individui accusino sintomi grastrici.

Come regola generale occorre tener presente che i sintomi acuti non sono minimamente intaccati fino a che non si raggiunta il 90% della "bowel tolerance" e in genere mai meno di 350 mg per chilo di peso corporeo. Queste percentuali andrebbero ancora aumentate in pazienti anziani o debilitati. Le quantità utilizzate negli esperimenti che confutavano le tesi di Pauling erano normalmente molto inferiori. A queste dosi sono stati riportati casi di polmoniti virali risultate resistenti a tutte le cure antibiotiche risoltesi nel corso di un giorno.

La somministrazione di megadosi di vitamina C fa sparire i sintomi dell'epatite in un periodo variabile da 3 a 5 giorni e, nei pazienti sottoposti a trasfusioni elimina del tutto il rischio di contagio da sangue infetto.

La vitamina C può essere considerata come un agente protettore-curativo nei confronti di qualsiasi tipo di infezione.

La protezione contro infezioni batteriche o virali non è comunque completa se alla vitamina C non si associano altri aminoacidi e vitamine, in particolare la vitamina B6 e l'acido pantotenico.

La vitamina C è un potente agente detossificante dell'organismo. Ad esempio, nel caso di fumatori con organismi gravemente intossicati, riduce i sintomi di astinenza e fa sì che gli effetti del fumo (irritazione della gola, catarro ecc.) spariscano più rapidamente.

La vitamina C protegge l'organismo da stress provenienti da sostanze ambientali, in particolare dalla esposizione a metalli tossici, incluso mercurio, piombo.

La vitamina C si è dimostrata efficace anche contro intossicazioni da veleno di serpenti, botulino, tetano o da overdose di farmaci.

La somministrazione di un grammo di vitamina C al giorno, in uno studio in doppio cieco relativo a pazienti schizofrenici ha dimostrato significativi miglioramenti nei soggetti trattati. Pauling scoprì che in un gruppo di 106 pazienti almeno il 76% mostrava un serio deficit di acido ascorbico.

 

 

 

 

 

 

I BENEFICI DELLA VITAMINA C

(DA HOW TO LIVE LONGER AND FEEL BETTER)

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Probabilmente perdere l'apparato biochimico per sintetizzare le vitamine e gli aminoacidi che non riusciamo più a sintetizzare ha dato un vantaggio competitivo alla specie mammifera mutante sulle altre. Esperimenti con i lieviti mostrano che il lievito mutante che non riesce a sintetizzare un elemento muore se posto in una coltura senza questo elemento, ma prevale sul ceppo non mutante se posto in una coltura che gli assicura dall'esterno questo elemento.

Pauling nota che alcuni mammiferi non hanno perso i geni per la produzione di acido ascorbico. Nota come il contenuto di vitamine non più prodotte dai mammiferi per quantità di cibo vegetale necessario a raggiungere il fabbisogno calorico quotidiano, rapportato agli uomini è immancabilmente tre volte la RDA, mentre per la vitamina C è quaranta volte la RDA. Nota che mammiferi come le cavie, che condividono con l'uomo la mancanza di geni per la produzione di vitamina C e lo scorbuto, condividono anche malattie che nelle due specie presentano sintomi quasi identici: shock anafilattico, difterite, virus poliomelite-simile neurotrofico, alcune forme di leucemia virale; nessuna delle specie che ancora producono acido ascorbico ha queste malattie. Tutto questo sembra suggerire che "the optimum rate of intake of ascorbic acid is larger than the rate associated with the ingestion of the ordinarily available diet". Pauling nota l'esistenza di meccanismi di adattamento dei tubuli renali e delle ghiandole surrenali per permettere loro di acquisire in modo più efficiente la vitamina C, ma conclude che probabilmente non sono in grado di compensare completamente il deficit di vitamina ottenibile con la dieta ordinaria, e stima l'ammontare richiesto in almeno 2.3 g al giorno, più o meno.

Gli scheletri di 10.000 anni fa (inizio dell'agricoltura) mostrano dimensioni minori e segni di nutrizione sub-ottimale, di deficienza di proteine e calorie e una interazione negativa fra malnutrizione e infezioni.

Anche due paleontologi che hanno confrontato la dieta pre-agricola con la moderna notano che l'ammontare di vitamina C era più alto (400 mg contro 88 mg) e che la carne era più magra (4%) e consumavano meno sodio e più potassio e calcio.

Altre ragioni a sostegno dell'idea che la quantità di vitamina C richiesta dall'organismo sia molto alta è che essa partecipa a molti dispendiosi processi biochimici: la produzione di collagene (dove, a differenza di altri enzimi, viene in parte consumata), che ha grossi volumi, visto che il collagene è presente in tutti i tessuti; la sintesi della carnitina, che serve per la contrazione muscolare.

I gorilla assumono 4,5 g di vitamina C. In proporzione ad un ratto un umano ne dovrebbe assumere 10 g.

Pauling dice: "E' molto difficile credere che gli umani, che non sono poi differenti dagli altri mammiferi, che utilizzano da 4 a 10 g di acido ascorbico al giorno, possano avere come livello ottimale di acido ascorbico un centesimo di tale quantità". "Se i mammiferi avessero bisogno di soli 45 mg di acido ascorbico al giorno la mutazione del gene della produzione di acido ascorbico sarebbe avvenuta 6 milioni di anni fa, nei progenitori dei mammiferi e non ci sarebbero ancora mammiferi con il gene per la sua produzione". Tanto più che, come nota Pauling, per gli altri nutrienti il fabbisogno umano non si discosta da quello degli altri primati. Studi sulla salute delle scimmie di laboratorio raccomandano 1.75-3,5 g di acido ascorbico (rapportato a 70 kg).

Al disotto di un apporto che rapportato ad un umano è di 3,5 g le cavie mostrano meno prontezza nel guarire da ferite e shock fisiologici vari (operazioni ecc.)

Pauling conclude che la dose ottima per gli umani è tra 2.3 e 10 g. La variabilità individuale può portare questi valori a oscillare tra 250 mg e 20 g.

L'acido ascorbico è considerato "virtualmente non-tossico" per l'organismo. L'unico effetto del sovradosaggio è la diarrea.

Vista la quantità di acido ascorbico richiesta, non è possibile ottenerla tutta dagli alimenti, secondo Pauling.

Una assunzione di 50-100 mg in studi effettuati sulla durata di vita di soggetti umani hanno mostrato di prolungare la vita rispetto a coloro che ne assumevano meno di 50 mg. Nessun'altra vitamina produceva effetti così marcati.

Pauling ammette che gli effetti positivi della vitamina C possano in parte essere dovuti ad altre sostanze contenute nelle ordinarie fonti nutrizionali (arance, lattuga ecc.)

La vitamina C, presa a dosi fino a 1 g, viene assorbita all'80%, mentre a dosi più alte non più del 50% entra nel sangue. Quando la concentrazione di acido ascorbico nel plasma raggiunge i 14 ml per litro (corrispondente ad una assunzione giornaliera di 140 mg) i tubuli renali smettono di pompare indietro nel sangue l'ascorbato filtrato dai glomeruli.

Da un lato questo conferma che la RDA comunemente accettata è inferiore a quella ottimale (140 mg). Ma questo vuol dire che non dovremmo assumere più di 140 mg di vitamina C al giorno? La risposta è negativa per diverse ragioni: a) quantità addizionali di vitamina C possono entrare nel sangue, anche se oltre i 140 mg solo il 38% della vitamina assunta arriva al flusso sanguigno; b) La presenza di vitamina C nell'escreto dei reni protegge l'apparato urinario da cancro alla vescica e da infezioni; c) Una frazione di vitamina C rimane nell'intestino e previene la formazione di polipi; d) non si tiene conto delle variazioni individuali: alcuni individui tollerano una concentrazione di sodio ascorbato nel plasma di 20 ml per litro; e) persone che hanno basse riserve di vitamina C, per avitaminosi o processi infettivi, captano subito la vitamina C in organi come i leucociti, il cervello, la milza, in modo che la pompa dei tubuli renali riesce ad eliminare molto meno acido ascorbico di quanto si pensi; soggetti con particolari disturbi o processi patologici, come gli schizofrenici, rivelano una necessità molto più alta di vitamina C.

L'uso di dosi molto alte di vitamine contro le malattie, chiamato terapia delle "megavitamine", è una procedura importante. E' opinione di Pauling che col tempo sarà possibile controllare centinaia di malattie con la terapia a base di megavitamine. Hoffer e Osmond hanno dimostrato che molti pazienti schizofrenici ne hanno beneficiato. Il trattamento includeva somministrazione di niacina (3-18 g) e acido ascorbico (3-18 g) insieme a generose dosi di altre vitamine.

A differenza dei farmaci di sintesi, che hanno la capacità di interferire solo su determinate sostanze e reazioni del corpo, sostanze come le vitamine, la vitamina C in particolare, presenti in tutti I tessuti, svolgono su tutti una azione benefica.

Le vitamine richieste per un buon sistema immunitario sono la vitamina A, B12, acido pantotenico, acido folico e vitamina C. La vitamina C è quella che ha la maggiore efficacia.

La vitamina C aumenta la produzione di anticorpi (IgA e IgM). La vitamina C interviene nella formazione della CL-esterasi, che entra nella composizione dei "complementi", proteine che si aggiungono agli anticorpi che hanno marcato le cellule batteriche per prepararne la distruzione.

La vitamina C consente il funzionamento dei linfociti, che sembrano molto attivi nella battaglia contro il cancro e altre malattie. Studi successivi hanno dimostrato l'efficacia della vitamina C nella prevenzione del cancro. Pare che i linfociti si dirigano più rapidamente nel luogo dell'infezione.

Inoltre: a) la vitamina C è battericida e batteriostatica di per se; b) la vitamina C detossifica le tossine batteriche

L'interferone è una proteina con attività antivirali che protegge da virus e cellule neoplasiche cambiando in qualche modo le cellule sane e rendendole immuni dal contagio. Esistono indizi che l'interferone possa agire anche nell'influenza o nel raffreddore. La vitamina C aumenta la sintesi dell'interferone.

Un tessuto danneggiato o disturbato rilascia prostaglandine, che producono infiammazione, che è l'effetto del movimento del sangue, dei leucociti e di altre cellule accelerato da tali ormoni. L'aspirina controlla gli effetti delle prostaglandine. La vitamina C inibisce la sintesi di importanti prostaglandine e quindi esercita anch'essa un effetto anti-infiammatorio.

Pauling si difende dall'accusa che studi successivi non hanno mostrato significativa azione della vitamina C nel caso del raffreddore.

A proposito dell'influenza, Pauling nota che la vitamina C sembra essere tra le poche sostanze antivirali esistenti, e si è dimostrata efficace contro polmonite virale, epatite, poliomielite e altre malattie virali.

Una concentrazione di 1 mg per dl, che può facilmente essere raggiunta nel sangue, blocca le culture di batteri della tubercolosi. L'ascorbato inattiva molti altri batteri e relative tossine: difterite, tetano, stafilococco, dissenteria, febbre tifoide

La vitamina C protegge il fegato dalle tossine e veleni che possono provocare epatite provocata da agenti tossici.

Un eminente chirurgo scrisse a Pauling per dirgli che la vitamina C lo aveva liberato da infezioni respiratorie e infezioni dell'orecchio interno che lo avevano tormentato sin dall'infanzia. Una singola dose di 8 g presa ai primi segni della malattia normalmente la faceva cessare, sebbene spesso fossero necessarie dosi addizionali.

Lo stesso chirurgo riportò che in caso di malattia le dosi diventano efficaci solo quando raggiungono l'80-90% della bowel tolerance.

Molte condizioni patologiche distruggono le riserve di vitamina C dell'organismo: infezioni, cancro, malattie cardiache, interventi chirurgici, ferite, sigarette, stress mentale ed emozionale.

Un deficit di acido ascorbico, oltre che lo scorbuto, può provocare disordini del sistema immunitario che provocano infezioni secondarie; artrite reumatoide e altri disturbi del collagene, reazioni allergiche a farmaci, cibi e altre sostanze, infezioni croniche come herpes, ripetersi di infezioni acute, disordini della coagulazione del sangue come emorragie, attacchi cardiaci, ictus, emorroidi, trombosi; incapacità di far fronte a stress dovuti alla soppressione della funzionalità delle ghiandole surrenali come flebite, altri disturbi infiammatori, asma e altre allergie; problemi di formazione disordinata di collagene coma diminuita capacità di guarire, cicatrici, piaghe da decubito, vene varicose, ernie, strie, rughe, forse anche indebolimento della cartilagine e dei dischi spinali; compromessa funzionalità del sistema nervoso come malessere, diminuita tolleranza al dolore, tendenza a spasmi muscolari, persino disordini psichiatrici e senilità; cancro per la soppressione dell'azione immunitaria e la non detossificazione dei carcinomi. Anche se non è la sola causa, il deficit di ascorbato certamente predispone a tali malattie.

La vitamina C cura efficacemente la mononucleosi.

La vitamina C incrementa la chemiotassi dei neutrofili (un tipo di linfociti), cioè la motilità verso l'obiettivo.

La guarigione delle ferite e la cicatrizzazione richiedono vitamina C

La vitamina C protegge da ulcere

La vitamina C partecipa alla sintesi della carnitina, che ha un ruolo importante nel funzionamento dei muscoli.

Un decremento del colesterolo tramite la colesteramina porta a un decremento triplo del rischio di infarto

E' l'aumento di saccarosio nel sangue, come ha dimostrato Yudkin, a produrre disturbi cardiovascolari.

Un aumento nell'assunzione di vitamina C protegge dal colesterolo, diminuendo il colesterolo totale, il colesterolo LDL e i trigliceridi e aumentando il colesterolo HDL.

1 g di vitamina C riduce il colesterolo del 10% e I trigliceridi del 40%

ogni 1% di diminuzione di colesterolo porta un 2% in meno di rischio cardiovascolare

Cavie con una dieta a zero vitamina C videro aumentare il livello di istamine, quando iniziarono a mostrare segni di scorbuto. Questo suggerirebbe che una delle funzioni della vitamina C è regolare il livello delle istamine

250 mg di vitamina C sono sufficienti a garantire che l'istamina sia nel range normale

La vitamina C pare essere efficace contro l'asma

La vitamina C controlla l'allergia da polline. Holmes e Alexander riportarono già nel 1942 che 200 mg di vitamina C al giorno erano efficaci nel trattamento della febbre da fieno. La faccenda però si fece confusa, perché altri studi sostennero che non vi era effetto rilevabile. Una delle probabili cause dei risultati negativi di questi studi è la bassa dose di vitamina C utilizzata. Dosi da 1 a 2.25 grammi si sono mostrate utili. Pauling raccomanda alle persone sensibili ai pollini di assumere queste dosi, e di aumentarle fino al livello di "bowel tolerance" ("tolleranza intestinale", cioè fino alla soglia della diarrea) nella stagione dei pollini.

Per prevenire un attacco di gotta occorre ridurre il consume di carne e bere molta acqua, almeno tre quarti di litro al giorno. Le urine andrebbero mantenute alcaline, perché il sodio-idrogeno-urato è più solubile in urina alcalina che in urina acida. L'urina alcalina può essere ottenuta assumendo bicarbonato di sodio, citrato trisodico o ascorbato di sodio. Pauling raccomanda quest'ultimo.

Pazienti artritici hanno mostrato di rispondere prontamente alla vitamina B3. Pauling ritiene che niacina e vitamina C possano controllare il disturbo.

Ancora Pauling che si difende dalle accuse di inconcludenza della medicina ortomolecolare e in particolare delle vitamina C.

Herbert and Jacob sostennero tra I primi che la vitamina C non dovrebbe essere assunta con la carne, perché distrugge la vitamina B12.

Le emorroidi sono meglio controllate con vitamina C, sedie soffici e ciambella che con la preparazione H.

La vitamina C potrebbe servire a controllare reazioni allergiche.

Vi sono studi sull'efficacia della vitamina C sul glaucoma

La vitamina C, controllando le infezioni orali, può controllare otiti e sinusiti che ne seguono

La vitamina C può contrastare la piorrea

La vitamina C ha un controllo simile a quello dell'aspirina sulle prostaglandine e in più, dice Pauling, mentre l'aspirina controlla solo i sintomi dell'attacco batterico e virale, la vitamina C è efficace contro i virus e batteri.

 

 

 

 

 

 

I BENEFICI DELLA VITAMINA C

(DA LA DIETA CHE FA BENE ALLA MENTE)

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Il cervello è molto ricco di vitamina C

Lo scorbuto colpiva di preferenza soldati e marinai, vale a dire gli individui sottoposti durante le lunghe campagne a sforzi fisici e psichici nel corso dei quali aumenta  il fabbisogno di vitamina C. Ai tempi della settima crociata venne denominata "peste" in quanto compariva con caratteristiche epidemiche nelle roccaforti assediate o tra gli equipaggi delle navi in occasione di lunghi viaggi. Lo scorbuto colpiva di preferenza soldati e marinai, vale a dire gli individui sottoposti durante le lunghe campagne a sforzi fisici e psichici nel corso dei quali aumenta  il fabbisogno di vitamina C.

Lo scorbuto provoca dolori alle articolazioni, emorragie dei capillari che irrorano le mucose, riapertura di vecchie piaghe, perdita di peso, disturbi dell'ossificazione, alterazioni delle gengive, spossatezza, minore resistenza alle infezioni. Se la carenza non viene curata sopravviene il decesso.

La vitamina C interviene negli ambiti più disparati: nella funzione ormonale, surrenale, tiroidea e sessuale; nella biodisponibilità diferro, glucidi, lipidi,proteine e amminoacidi (in particolare torisina e prolina); nel metabolismo muscolare e cerebrale; nel controllo dell'ossificazione; nella lotta contro le infezioni batteriche e rivali; nei meccanismi delle difese immunitarie. L'acido ascorbico interviene inoltre nel metabolismo dell'istamina e modula le risposte endocrine e allergiche. Taluni risultati sperimentali hanno di recente dimostrato il suo effetto benefico nella prevenzione dei tumori.

Una giusta dose di vitamina C assunta regolarmente riduce di 4 volte il rischio di cataratta. Questa sostanza esercita infatti un ruolo importante rispetto a diverse reazioni deleterie di ossidazione he riguardano l'ossigeno molecolare. Al centro delle sue funzioni biologiche sembrano essere le sue proprietà riduttrici e la sua reazione con i radicali liberi ossigenati.

Essa interviene direttamente nella sintesi del collagene, componente essenziale dei tessuti connettivi;  Il collagene che si forma in assenza di acido ascorbico ha fibrille poco numerose e portatrici di anomalie. La cicatrizzazione e la guarigione delle ferite richiedono la costituzione e il deposito di collagene nel punto stesso della lacerazione e questo può avvenire solo con l'intervento della vitamina C.

Questa vitamina è un autentico eccitante, e non va presa prima di coricarsi.

Favorisce la sintesi della carnitina, necessaria per l'ingresso nei mitocondri degli acidi grassi che vengono qui ossidati; da tale ossidazione deriva l'energia richiesta da uno sforzo muscolare protratto.

Esercita una sottile influenza sull'elaborazione e funzionamento del tessuto nervoso. La biosintesi di taluni neurotrasmettitori (le catecolamine, adrenalina e noradrenalina) richiede la sua presenza a livello della trasformazione della dopamina in noradrenalina. La biosintesi delle catecolamine ha luogo in tessuti ricchi di acido ascorbico, come il cervello e la ghiandola surrenale.

A dosi molto elevate sembra avere un effetto antistress, per lo meno nei topi. Topi immobilizzati e trattati con dosi massicce di vitamina C producevano meno ormoni dello stress.

Il quoziente intellettivo cresce di 4 unità quando la concentrazione plasmatica di vitamina C aumenta della metà

Purtroppo l'eliminazione della vitamina C si accompagna ad una perdita di minerali (calcio, magnesio…) e di oligoelementi (ferro, rame, zinco) che potrebbe determinare altri stati di carenza nel caso vengano venissero ingerite regolarmente dosi troppo elevate.

 

 

 

 

 

 

EFFETTI COLLATERALI DELLA VITAMINA C

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Nei rari casi in cui il paziente tendeva a sviluppare calcoli renali di ossalato dovuti all'alto livello di ossalati nelle urine che si accompagna ad alti livelli di acido ascorbico l'uso della vitamina B6 arrestava immediatamente tale produzione.

Gli attacchi all'uso di megadosi di vitamina C sono basati principalmente sulla correlazione tra formazione di calcoli renali e l'assunzione di dosi molto alte di vitamina C. Prima di tutto va precisato che ci sono diversi tipi di calcoli renali. La tendenza alla formazione di calcoli del tipo più comune, composti di fosfati, è effettivamente contrastata se il ph delle urine risulta acido. La vitamina C può aiutare efficacemente e rapidamente a raggiungere un tale stato. Comunque soggetti con predisposizione alla formazione di calcoli di urati e cistina dovrebbero mantenere le urine alcaline. La vitamina C potrebbe incrementare quindi il rischio di questi calcoli per la sua tendenza a rendere le urine maggiormente acide. In tali rari casi l'acido ascorbico non dovrebbe essere eliminato del tutto; piuttosto dovrebbe essere cambiata la forma della somministrazione. L'acido ascorbico è di fatto alcalino se è usato l'ascorbato di sodio, che rende le urine alcaline. E' poco probabile che la somministrazione di vitamina C sotto forma di ascorbato di sodio promuova la formazione di calcoli.

E' stata pure rilevata da diversi medici la possibilità di un aumento dell'acido ossalico nelle urine come conseguenza di dosi molto alte di vitamina C. Normalmente il corpo elimina una piccola quantità di ossalato ogni giorno. Quando le quantità escrete di ossalati aumentano si possono formare calcoli renali; ed è innegabile che alcune persone possono iniziare a produrre livelli anormalmente alti di ossalati come conseguenza dell'assunzione di dosi molto alte di vitamina C, livelli che sono escreti dai reni. Il normale livello di escrezione di ossalati è 40 mg in 24 ore. Un aumento della vitamina C assunta giornalmente può portare tale escrezione a 300 o 400 milligrammi, livello che è decisamente troppo alto. Si dovrebbe per questo interrompere il trattamento con megadosi di vitamina C? I medici ortomolecolari rispondono di no con decisione. La vitamina B6 è in grado di prevenire la formazione di ossalati indotta dalla vitamina C. In un caso clinico un paziente aveva iniziato ad assumere 8 grammi di vitamina C al giorno e si scoprì che i suoi livelli di ossalati nelle urine erano schizzati da 40 a 383 milligrammi. Il suo medico gli prescrisse 50 mg di vitamina B6 due volte al giorno. Dopo sole due settimane  gli ossalati scesero a 57 mg ed egli poté continuare ad assumere alte dosi di vitamina C. Inoltre, si scoprì che il paziente poteva comunque assumere fino a 1500 mg di vitamina C senza che i suoi livelli di ossalati nelle urine salissero significativamente.

Va comunque tenuto conto che le reazioni all'assunzione della vitamina C variano da individuo a individuo, e che quindi altre persone possono tollerare livelli ben più alti di 1500 mg giornalieri di vitamina C senza sviluppare formazione di ossalati.

Dosi molto alte di vitamina C possono chelare il calcio eliminandolo dal corpo, e quindi è importante somministrare un supplemento di calcio. Insieme alla somministrazione di calcio ci si deve assicurare che siano presenti adeguati livelli di magnesio, fosforo, vitamine A e D, proteine, necessari per l'assimilazione del calcio. In certi casi sono sufficienti 250 ml di latte al giorno.

Alte dosi di vitamina C e B6 andrebbero pure accompagnate, in qualche caso, da dosi più alte di sodio e potassio.

L.A.Barness dell'università della Florida ne cita 14. Ha dichiarato però che molti di loro sono insignificanti o rari o più che altro fastidiosi ma senza vere conseguenze fisiologiche.

Riguardo la sterilità c'è un unico dubbio caso di sterilità causata da vitamina C.

Sui casi riportati di affaticamento Barnes è scettico. Molti riportano al contrario un aumento di energia

I casi riportati di iperglicemia potrebbero essere dovuti ad una interferenza della vitamina C con il test delle urine

Non sembra possibile che reazioni allergiche riferire in concomitanza all'assunzione di vitamina C siano realmente dovute ai crestalli di acido ascorbico o sodio ascorbato, che sono praticamente puri e privi quindi di allergeni.

La diarrea da vitamina C non ha gravi effetti, e dopo al massimo tre giorni dalla cessazione dell'assunzione di megadosi cessa. Per evitare la diarrea è naturalmente meglio prendere la vitamina a stomaco pieno.

La vitamina C protegge dai polipi intestinali.

Non si dovrebbero tenere le feci per più di un giorno. Contengono sostanze carcinogeniche la prolungata esposizione alle quali può dare cancro al retto o al colon. Si verifica anche un riassorbimento di acidi biliari che ritornano nel sangue, quindi nel fegato e sono riconvertiti in colesterolo, rialzando il colesterolo ematico. La ritenzione fecale può provocare alitosi pesante.

La vitamina C potrebbe secondo alcuni aumentare il metano intestinale. Per minimizzare questi effetti si potrebbero provare varie formulazioni della vitamina

Dice Pauling che non dovrebbe sorprendere che dosi considerate ottimali di vitamina C irritino l'intestino, perché gli animali le fabbricano nel loro corpo e non passano nel loro intestino.

L'aspirina e il potassio-cloride corrodono le pareti dello stomaco e causano ulcere. La vitamina C impedisce il loro formarsi e aiuta la guarigione di ulcere già formate.

Un autore ha scritto "quando si assumono dosi di vitamina C da 4 a 12 g come viene prescritto talvolta per acidificare le urine allo scopo di contrastare alcune infezioni del tratto urinario, può verificarsi la precipitazione di calcoli di urato e cistina si possono verificare nel tratto urinario. Pertanto andrebbero evitate dosi molto alte di vitamina C in pazienti con predisposizione alla gotta, alla formazione di calcoli di acido urico o alla cistinuria".

Pauling replica che questa affermazione è errata. Gli autori avrebbero dovuto scrivere che dosi molto elevate di acido ascorbico dovrebbero essere evitate in questi pazienti, ma che non c'è ragione di astenersi dalla vitamina C in alte dosi, perché può essere assunta come ascorbato di sodio, che non acidifica le urine. La vitamina C è di fatto uno ione di ascorbato. Questo ione ha una carica elettrica negativa e non potremmo assumere la vitamina C senza  aggiungervi qualche atomo che ha una carica elettrica positiva. Nell'acido ascorbico questo atomo e uno ione di idrogeno H+; nell'ascorbato di sodio  è lo ione di sodio Na+; nell'ascorbato di calcio è la metà di uno ione di calcio 1/2 Ca++. Ciascuna di queste sostanze contiene vitamina C, che è lo ione di ascorbato, e contiene anche qualcos'altro. Gli effetti di questo "qualcos'altro", ione di idrogeno, sodio o calcio, non dovrebbero essere confusi con gli effetti dello ione di ascorbato.

Pare che la vitamina C possa favorire la gotta

E' noto che ci sono due tipi di calcoli renali e quindi che esistono due modi distinti di controllare la calcolosi. I calcoli della prima classe comprendono una buona metà dei calcoli urinari, e sono composti di fosfato di calcio, magnesio ammonio fosfato, carbonato di calcio o un mix di queste sostanze. Tendono a formarsi in urina alcalina e coloro che vi sono predisposti dovrebbero mantenere acide le loro urine. Un buon mezzo per ottenere ciò è 1 g di acido ascorbico al giorno. L'acido ascorbico è usato da molti medici a tale scopo, per prevenire infezioni del tratto urinario, specialmente da parte di microrganismi che idrolizzano l'urea per formare ammoniaca e in questo modo alcalizzano le urine e promuovono la formazione di calcoli della prima classe.

I calcoli renali della seconda classe tendono a formarsi in urina acida e sono composti da ossalato di calcio, acido urico o cistina. Soggetti con predisposizione a tali calcoli dovrebbero tenere le urine alcaline. Questo può essere fatto assumendo la vitamina C sotto forma di ascorbato di sodio o assumendo l'acido ascorbico con una punta di sodio-idrogeno-carbonato (la soda del whisky and soda) o un altro alcalizzatore.

Un grammo di acido ascorbico al giorno mantiene acide le urine

Non un singolo caso è stato riportato nella letteratura medica di una persona con calcoli dovuti ad alte dosi di vitamina C. C'è la possibilità che per qualcuno aumenti la tendenza alla formazione di calcoli ossalici. E' noto che l'acido ascorbico può essere ossidato in acido ossalico nel corpo. In media l'escrezione di acido ossalico è di 38 mg (16-64 mg). Questa media aumenta di 3 mg per 2 g al giorno di acido ascorbico e di 12 mg per g g di acido ascorbico. Una assunzione addizionale di 8 g al giorno portava gli ossalati a 45 mg e di 9 g a 68 mg, con una punta di 150 mg escreta da un soggetto. E' probabile che la maggior parte delle persone non abbia conseguenze  da alte dosi di vitamina C, ma alcuni pochi dovrebbero essere attenti, esattamente come devono stare attenti a non mangiare spinaci e rabarbaro, che hanno un alto contenuto di ossalati. Ci sono soggetti con predisposizione genetica alla formazione di ossalati.

Un articolo medico ha riportato che alte dosi di vitamina C prese insieme al cibo distruggono la vitamina B12, conducendo all'anemia perniciosa. Pauling replica che l'articolo non è affidabile, perché le condizioni nelle quali il cibo è stato investigato nel laboratorio non erano paragonabili a quelle di un cibo nello stomaco. L'articolo originale è stato dimostrato errato a causa del loro inaffidabile metodo di analisi e che di fatto la vitamina C non distrugge la vitamina B12 nel cibo in nessun significativo ammontare.

Gli autori dell'articolo studiarono un pasto con un modesto contenuto di vitamina B12 e un pasto con alto contenuto di vitamina B12, quest'ultimo contenente 90 g di fegato bovino alla griglia. Alcuni dei pasti furono addizionato con 100-250-500 mg di avido ascorbico. I pasti furono omogeneizzati in un frullatore, tenuti per trenta minuti a temperatura corporea e poi analizzati col metodo degli isotopi radioattivi. Fu riportato che 500 mg di vit. C distruggevano il 95% della vitamina B12 nel pasto ipovitaminico e il 50% in quello vitaminico (con vitamina B12).

Era noto che la idrossicobalamina e la cianocobalamina in forma pura sono attaccate e ditrutte dall'acido ascorbico in presenza di ossigeno e ioni di rame, ma il grado di distruzione risultante dall'esperimento era inusitatamente alto. A Pauling qualcosa sembrava anomalo nell'esperimento: l'ammontare di vitamina B12 nei pasti senza acido ascorbico era molto basso rispetto a quanto avrebbe dovuto essere (circa un ottavo). E' noto che una parte della vitamina B12 nei cibi è fortemente legata alle proteine e ad altri costituenti del cibo. Ci sono delle procedure per liberare queste quantità di vitamina. Se queste procedure non vengono usate si rileverà solo l'ammontare di vitamina B12 libera. Una ripetizione dell'esperimento con metodi aggiornati di dosaggio della vitamina C trovarono che l'ammontare di vitamina B12 non era significativamente modificato dalla vitamina C, e un ammontare di vitamina B12 da sei a otto volte quello riportato nell'esperimento incriminato. Pauling conclude che un ammontare di 500 mg non danneggia la vitamina B12.

La presenza di vitamina C nelle urine può falsare I test sulla glicosuria

Anche l'analisi del sangue nelle feci può essere falsata dalla vitamina C

Quando una persona assume una ordinaria quantità di vitamina C ogni giorno la concentrazione di ascorbato nel sangue rimane costante a 15 mg per ml. Soggetti che assumono 1,2,4 g arrivano a 20 mg, ma dopo qualche giorno questa concentrazione decresce.

Questo fenomeno pare suggerire l'esistenza, accanto al gene che produce gli enzimi per metabolizzare l'acido ascorbico di un gene di controllo, che attiva il primo solo in presenza di acido ascorbico, in modo simile al gene di controllo dell'escherichia coli che attiva il gene per l'enzima necessario per la demolizione del lattosio solo se l'ambiente diviene ricco di lattosio. Se l'ambiente è ricco di glucosio e non è necessario demolire il lattosio il gene produttore dell'enzima viene inibito dal gene di controllo.

L'assunzione di alte dosi di vitamina C probabilmente iperattiva il gene degli enzimi necessari per utilizzare la vitamina C e quando si diminuisce l'apporto di tale vitamina, l'eccesso di enzimi provoca un avitaminosi, una sorta di effetto rebound. Questo effetto dura una settimana o due.

Forse esistono soggetti con una anomalia genetica che produce un eccesso di enzima che ossida la vitamina C

Non sembra probabile che la vitamina C possa causare aborti