Commercio internazionale e cambi |
❍ Il teorema dei costi comparati di David RIcardo
❍ La bilancia dei pagamenti: prospetto delle transazioni con l’estero
❍ La bilancia dei pagamenti: le regole di contabilizzazione nella
bilancia dei pagamenti
❍ La bilancia dei pagamenti: i movimenti monetari
❍ La bilancia dei pagamenti: il saldo della bilancia dei pagamenti
❍ I cambi
❍ Il teorema dei costi comparati di David RIcardo
Si definisce
"costo-opportunità del bene A in termini del bene B" la quantità
(numero di unità) del bene B cui occorre rinunciare per poter acquistare una
unità del bene A.
Quando si indica un costo
opportunità si deve sempre precisare quale bene alternativo si prende in
considerazione
In altre parole, il
costo-opportunità è un prezzo espresso non in termini unità monetarie (lire),
ma in termini di unità di un qualsiasi altro bene.
Così si può dire che, se un kg.
di pane ha un prezzo di € 1 e un litro di vino ha un prezzo di € 2, il
"costo-opportunità del pane in termini di vino" è di 0,5: vale a dire
che occorre rinunciare a 0,5 litri di vino per acquistare un kg di pane
Come si può vedere
dall'esempio, il costo-opportunità (0,5) si può ottenere facilmente facendo il
rapporto tra il prezzo del bene di cui vuol conoscersi il costo-opportunità e
il prezzo del bene nei cui termini si vuol esprimere il costo stesso (prezzo
pane/prezzo vino = 1/2 = 0,5)
Si dice costo assoluto di un
bene il costo di quel bene espresso in unità monetarie, o anche in unità di
fattori impiegati per produrlo.
Si dice "costo comparato
di un bene A rispetto a un bene B" il rapporto tra il costo assoluto del
bene A e il costo assoluto del bene B
Così, se il grano costa 10 e il
vino costa 20, si definisce "costo comparato del grano rispetto al
vino" il rapporto 10/20
Sovente il costo comparato
viene lasciato sotto forma di rapporto. Non si dirà quindi "il costo
comparato del grano rispetto al vino è 0,5", ma "il costo comparato
del grano rispetto al vino è 1/2"
Consideriamo la tabella
0504252149, che mostra i costi opportunità di una unità di bene (ad es. panno)
in termini dell'altro bene che si dovrebbe sacrificare (es. vino)
Tabella
0504252149 |
||
ORE
DI LAVORO NECESSARIE PER PRODURRE PANNO O VINO |
||
|
Inghilterra |
Portogallo |
Panno |
1 |
3 |
Vino |
2 |
4 |
Ricaviamo ora, dalla tabella
0504252149 la tabella 0504252142, che mostra i costi opportunità di una unità
di bene (ad es. panno) in termini dell'altro bene che si dovrebbe sacrificare
(es. vino)
Tabella
0504252142 |
||
COSTI-OPPORTUNITA’ (del
panno in termini di vino e del vino in termini di panno) |
||
|
Inghilterra |
Portogallo |
Panno |
0,5 |
0,75 |
Vino |
2 |
1,33 |
Si può vedere che il costo
opportunità del panno è per l'Inghilterra inferiore al costo opportunità del
panno per il Portogallo: infatti, produrre una unità di panno in più porta a
sacrificare in Inghilterra 0,5 litri di vino. Per ottenere la stessa produzione
in Portogallo si sarebbero dovuti sacrificare 0,75 litri di vino.
Si parla in tal caso di
"vantaggio comparato" della Inghilterra (e di "svantaggio
comparato" del Portogallo) nella produzione di panno: l'Inghilterra è in
grado di produrre panno con meno sacrificio di vino rispetto al Portogallo.
Al contrario, il costo
opportunità del vino è più alto in Inghilterra che in Portogallo: infatti,
produrre una unità di vino in porta a sacrificare in Inghilterra 2 unità di
panno. Per ottenere la stessa produzione in Portogallo si sarebbero dovuti
sacrificare solo 1,33 unità di panno.
Si parla in tal caso di
"vantaggio comparato" del Portogallo (e di "svantaggio
comparato" della Inghilterra) nella produzione di vino: il Portogallo è in
grado di produrre vino con meno sacrificio di panno rispetto all'Inghilterra
Nel mercato interno di un paese,
tendendo in concorrenza i prezzi dei beni a coincidere con i loro costi, i beni
vengono scambiati fra loro secondo un rapporto inverso a quello dei loro costi.
Così, se i costi (in termini di
lavoro) sono quelli indicati in tabella 1, è evidente che nel mercato interno
dell'Inghilterra una unità di panno equivale, in termini di lavoro, a 0,5 unità
di vino. Una unità di panno si scambierà quindi con 0,5 unità di vino. Il
rapporto 1/0,5 è detto “ragione di scambio del panno contro il vino",
mentre il rapporto 0,5/1 è detto "ragione di scambio del vino contro il
panno". Per semplicità e immediata comprensione è possibile esprimere una
ragione di scambio indicando, accanto ai numeri della frazione, il tipo di bene
cui essi si riferiscono.
Si scriverà quindi che la
ragione di scambio del panno contro il vino in Inghilterra è , o che la ragione di scambio del vino contro il panno in
Inghilterra è
In tal modo non è necessario
precisare se si tratti di ragione di scambio del vino contro il panno o del
panno contro il vino, poiché un tale tipo di espressione le indica entrambe
Accanto a quelle viste, che
chiameremo "ragioni di scambio interne", esistono le ragioni di
scambio internazionali, in base alle quali ad es. il panno viene scambiato col
vino non sul mercato interno, ma sul mercato internazionale, con ciascun paese
che esporta un prodotto in cambio della importazione dell'altro
Dati un bene A e un bene B si
dice prezzo assoluto di A la quantità di moneta necessaria per acquistarlo
(allo stesso modo viene definito il prezzo assoluto di B).
Il prezzo relativo è il
rapporto tra i prezzi assoluti: prezzo relativo di A =
Consideriamo la situazione
indicata nelle tabelle 0504252149 e 0504252142, e cerchiamo di stabilire se ai
due paesi convenga continuare a produrre ciascuno da solo il panno e la lana
che gli necessitano (con frontiere chiuse e senza scambi), oppure se è più
vantaggioso per entrambi specializzarsi in una sola produzione e scambiare con
l'altro paese per ottenere il bene che non produce.
In altre parole, cerchiamo di
stabilire la convenienza del commercio internazionale tra Inghilterra e
Portogallo, basato sulla specializzazione produttiva.
Per "convenienza del
commercio internazionale" intendiamo la possibilità di ottenere, attraverso
di esso, un quantitativo di beni superore a quello ottenibile, a parità di
costo, all'interno, mediante la produzione, oppure un quantitativo eguale a un
costo inferiore.
La tabella 0504252201 fornisce
una risposta al nostro quesito.
Tabella
0504252201 |
||
VARIAZIONI
DI PRODUZIONE A SEGUITO DELLA SPECIALIZZAZIONE (L’Inghilterra
si specializza in panno e il Portogallo in vino) |
||
|
Inghilterra |
Portogallo |
Panno |
+1 |
–0,66 |
Vino |
–0,5 |
+0,5 |
Essa è stata elaborata a
partire dalla tabella 0504252149 e riporta le variazioni di produzione che si
avrebbero a seguito della specializzazione dell'Inghilterra nella produzione di
panno e del Portogallo nella produzione di vino.
Supponiamo che l'Inghilterra
decida di specializzarsi nella produzione di panno. Come si può vedere, per
ogni panno in più prodotto, essa deve rinunciare a produrre 0,5 litri di vino,
che deve essergli fornito dal Portogallo. Per produrre 0,5 litri di vino in più
il Portogallo deve rinunciare a 0,66 unità di panno.
Se a questo punto facciamo il
conto della variazione della produzione di vino complessiva dei due paesi,
notiamo che essa è pari a zero (l'Inghilterra ha diminuito la produzione di 0,5
unità, ma il Portogallo la ha aumentata della stessa quantità).
Vediamo invece che la
produzione di panno è aumentata rispetto al caso di non specializzazione.
Ora i due paesi insieme
riescono a produrre 0,33 unità di panno in più rispetto al caso che entrambi
producano tutti e due i beni senza specializzarsi.
Questo dimostra senz'altro che
la specializzazione e lo scambio internazionale sono convenienti, ma solo se la
specializzazione va nel senso dei vantaggi comparati: ciascun paese, in altre
parole, dovrebbe specializzarsi nella produzione in cui ha un vantaggio
comparato.
Vediamo nella tabella 10 cosa
succederebbe invece se l'Inghilterra si specializzasse nella produzione di vino
(dove ha uno svantaggio rispetto al Portogallo) e il Portogallo si
specializzasse nella produzione di panno (dove ha uno svantaggio rispetto alla
Inghilterra)
Tabella
0504252208 |
||
VARIAZIONI
DI PRODUZIONE A SEGUITO DELLA SPECIALIZZAZIONE (L’Inghilterra
si specializza in vino e il Portogallo in panno) |
||
|
Inghilterra |
Portogallo |
Panno |
–2 |
+2 |
Vino |
+1 |
–1,5 |
il risultato sarebbe che la
produzione complessiva di vino dei due paesi rimarrebbe invariata, mentre
quella di panno diminuirebbe di 0,5 unità.
La ripartizione dei vantaggi
del commercio internazionale
Supponiamo che, in base ai dati
della tabella 0504252149, l'Inghilterra si sia specializzata nella produzione
di panno e il Portogallo nella produzione di vino. In tale situazione
consideriamo lo schema sotto riportato (figura 0504252213):
Esso consiste in una retta
sulla quale sono riportate, nella parte inferiore, le ragioni di scambio
interne dei due paesi. Nella parte superiore sono indicate due ragioni che
cadono nell'intervallo delle ragioni di scambio dei due paesi e due ragioni che
cadono al di fuori di tale intervallo.
Osserviamo che nel caso di
ragioni di scambio al di fuori dell'intervallo il commercio internazionale non
si svilupperà. Infatti, una ragione di scambio di invoglierebbe i produttori inglesi di panno a scambiare con
il Portogallo, visto che in Inghilterra una unità di panno si scambia con 0,5
unità di vino, ma non invoglierebbe sicuramente i produttori di vino portoghesi
a scambiare con l’Inghilterra, visto che in Portogallo un litro di vino si
scambia con 1,33 unità di panno.
Allo stesso modo, una ragione di
scambio di invoglierebbe i produttori portoghesi di vino a scambiare con
l’Inghilterra, visto che in Portogallo una unità di vino si scambia con 1,33
unità di panno, ma non invoglierebbe sicuramente i produttori di panno inglesi
a scambiare col Portogallo, visto che in Inghilterra una unità di vino si
scambia con 2 unità di panno.
Non rimangono, quindi, che le
ragioni di scambio comprese tra quelle interne dei due paesi. A seconda di vari
fattori, tra cui la forza contrattuale di un paese nei confronti di un altro,
la ragione di scambio internazionale potrà essere più favorevole
all’Inghilterra o al Portogallo , o addirittura favorevole solo all’Inghilterra, se è quella
interna portoghese , o favorevole solo al Portogallo, se è quella interna
inglese
❍ La bilancia dei pagamenti: prospetto delle
transazioni con l’estero
Una parte della valuta è
sottratta alle operazioni del sistema bancario ed affluisce nelle riserve della
banca centrale. Le esportazioni generano un flusso di valuta verso le casse
della banca centrale dello stato esportatore, mentre le importazioni
determinano uscite di divise dalla banca centrale dello stato che importa.
I mezzi internazionali di
pagamento di cui dispone la Banca centrale costituiscono le sue riserve
valutarie. Un incremento delle riserve valutarie comporta un aumento
dell’offerta di moneta all’interno del sistema: infatti la Banca Centrale
acquista le divise dagli esportatori pagando in moneta nazionale che entra in
circolazione.
Le Banche centrali dei paesi
europei aderenti all’euro devono versare parte delle loro riserve alla BCE
(Banca Centrale Europea).
La bilancia dei pagamenti è
quel documento della contabilità nazionale che registra il complesso delle
operazioni economiche (transazioni)
compiute nel corso di un dato periodo di tempo tra i residenti di un paese ed
il resto del mondo.
Ai fini delle registrazioni
contabili non ha alcun rilievo la cittadinanza dell’operatore, poiché si tiene
conto solo della sua residenza
Ai fini delle rilevazioni
contabili sono considerati entrate
(voci attive) i movimenti che provocano domanda di moneta nazionale contro
valuta estera e uscite (voci passive)
quelli che generano offerta di moneta nazionale contro moneta estera.
I movimenti monetari
costituiscono il saldo monetario
della bilancia dei pagamenti, con riferimento sia alla sua sezione di parte
corrente che a quella dei movimenti di capitale. Il saldo delle partite
correnti, sommato algebricamente a quello dei movimenti di capitale dà luogo al
saldo globale della bilancia dei pagamenti, che può essere
attivo o passivo. Tale saldo (che tiene conto anche della voce errori ed omissioni) determinerà delle
variazioni della posizione creditoria e debitoria nei confronti dell’estero
degli organismi monetari centrali (Banca Centrale e Ufficio dei Cambi) e delle
banche ordinarie. Queste variazioni sono appunto i movimenti monetari, che hanno perciò una funzione compensativa.
Data la natura compensativa dei
movimenti monetari si capisce come la somma algebrica delle partite correnti,
dei movimenti di capitale e dei movimenti monetari dia zero. Il saldo dei
movimenti monetari ha segno opposto rispetto a quello dei saldi delle partite
correnti e dei movimenti di capitale. I pagamenti internazionali si effettuano
normalmente attraverso accreditamenti e indebitamenti in conti bancari. Nei
movimenti monetari il segno più
indica prelevamenti (=diminuzione dei
saldi a credito o aumento dei saldi a debito delle banche nazionali), mentre il
segno meno indica versamenti nei conti (=aumento dei saldi
a credito o diminuzione dei saldi a debito).
Riepilogando le convenzioni
contabili:
▸ Nelle partite correnti si indicano in attivo
le esportazioni di beni, le partite invisibili attive ed i trasferimenti
unilaterali attivi. Si contabilizzano come voci passive i flussi in direzione
opposta
▸ Nella sezione relativa ai movimenti di
capitale si indicano all’attivo gli investimenti (finanziari e diretti) esteri
effettuati nel territorio nazionale ed al passivo i movimenti di segno opposto
▸ Nei movimenti monetari il segno più indica prelevamenti (=diminuzione dei saldi a credito o aumento dei saldi
a debito delle banche nazionali), mentre il segno meno indica versamenti
nei conti (=aumento dei saldi a credito o diminuzione dei saldi a debito).
Dalla identità della
contabilità nazionale:
Y = C + I + G + E – M
Si ricava la seguente
relazione:
Y – (C + I + G) = E – M
dove (C + I + G) è detto “assorbimento
interno” e E – M è il saldo delle importazioni ed esportazioni.
In parole povere, il prodotto
nazionale, diminuito dell’assorbimento interno, dà il saldo delle partite
correnti. Se (E – M) è positivo le esportazioni hanno superato le importazioni e
la produzione (Y) ha superato l’assorbimento interno (C + I + G).
Se invece il saldo delle
partite correnti è negativo (E – M < 0) allora i consumi e gli investimenti
interni (assorbimento interno) hanno superato la produzione nazionale e la
parte di prodotto eccedente è stata evidentemente importata dall’estero.
Si tenga presente che ogni tipo
di transazione ha una voce attiva e una voce passiva. Ad es. nella transazione
“merci” abbiamo le importazioni (voce passiva: merci dall’estero) e le
esportazioni (voce attiva: merci all’estero); nella transazione “redditi netti
dall’estero” abbiamo i redditi pagati all’estero (voce passiva) e i redditi
pagati dall’estero (voce attiva).
(1) Partite correnti
(1.1) Merci
(1.2) Servizi (partite invisibili)
● Trasporti marittimi, aerei, terrestri
● Servizi di assicurazione
● Servizi bancari
● Redditi netti dall’estero
▸ Redditi da lavoro prestato all’estero da
nazionali non residenti / Redditi da lavoro prestato in Italia da non nazionali
residenti
▸ Redditi da capitale-impresa da investimenti
fatti all’estero da nazionali / Redditi da capitale-impresa da investimenti
fatti in Italia da non nazionali
● Servizi vari
▸ Brevetti
▸ Diritti di autore e altre royalties
(1.3) Trasferimenti unilaterali (gratuiti)
● Pubblici
▸ Contributi dell’Unione Europea
▸ Riparazioni di guerra
● Privati
▸ Rimesse degli emigranti
▸ Donazioni a musei, fondazioni e simili
(2) Movimenti di capitali
(2.1) Movimenti di capitali (veri e propri)
● Investimenti diretti
Sono investimenti effettuati
per ottenere il controllo di una impresa
● Investimenti di portafoglio
Sono investimenti fatti dai
risparmiatori che non intendono occuparsi della gestione dell’impresa
● Crediti commerciali e prestiti concessi agli
operatori interni da parte di operatori esteri e viceversa
● Prestiti compensativi
Sono prestiti che alcuni
istituti di credito speciale contraggono con operatori stranieri su diretta
sollecitazione della Banca d’Italia facendo affluire ad essa la valuta
straniera così ottenuta.
(2.2) Movimenti monetari
Sono le variazioni delle
riserve internazionali (riserve ufficiali della Banca d’Italia + posizione del
complesso delle banche ordinarie)
● Variazione delle riserve ufficiali della Banca
d’Italia
● Variazione della posizione creditoria o
debitoria delle banche ordinarie nei confronti dell’estero
(3) Errori ed omissioni
La bilancia dei pagamenti è in
partita doppia: ha un attivo e un passivo che devono coincidere, dando saldo
zero. Ma per errori di rilevazione si può avere un saldo, positivo o negativo,
diverso da zero. La voce “errori ed omissioni” riconduce questo saldo a zero.
❍ La bilancia dei pagamenti: le regole di
contabilizzazione nella bilancia dei pagamenti
Nella bilancia dei pagamenti
sono registrate tutte le operazioni (transazioni) tra nazionali e non nazionali
La bilancia dei pagamenti
possiede, per ogni voce, un lato “attivo” e un lato “passivo”.
Ogni operazione con l’estero
(esportazione, investimento, …) dà luogo a due registrazioni, una all’attivo e
l’altra al passivo, di sezioni diverse o della stessa sezione della bilancia.
Il saldo della bilancia dei
pagamenti, dunque, è zero.
Nelle partite correnti si
registrano all’attivo le transazioni che sul mercato dei cambi provocano
domanda di moneta nazionale ed offerta di moneta estera (es. esportazioni)
Nelle partite correnti si
registrano al passivo le transazioni che sul mercato dei cambi provocano
offerta di moneta nazionale e domanda di moneta estera (es. importazioni).
Nei movimenti di capitali veri
e propri si registrano all’attivo i movimenti che sul mercato dei cambi
provocano domanda di moneta nazionale ed offerta di moneta estera (es. l’estero
investe in Italia o concede prestiti ad italiani).
Nei movimenti di capitali veri
e propri si registrano al passivo i movimenti che sul mercato dei cambi
provocano offerta di moneta nazionale e domanda di moneta estera (es. l’Italia
investe all’estero o cede prestiti a stranieri).
Nei movimenti monetari si
registrano al passivo le variazioni positive della posizione creditoria delle
banche nei confronti dell’estero.
Nei movimenti monetari si
registrano all’attivo le variazioni negative della posizione creditoria delle
banche nei confronti dell’estero.
Ecco come viene contabilizzato
l’acquisto di azioni FIAT ad opera di un investitore USA per un controvalore di
€ 1000
Movimenti di capitale |
|
Movimenti monetari |
||
+ |
– |
|
+ |
– |
1.000 |
|
|
|
1.000 |
Ecco
come viene contabilizzato un acquisto di scarpe italiane da parte di un
importatore USA per un valore di € 1.000 pagati in contanti
Partite correnti |
|
Movimenti monetari |
||
+ |
– |
|
+ |
– |
1.000 |
|
|
|
1.000 |
Ecco
come viene contabilizzato un baratto (scambio di cosa contro cosa):
Partite correnti |
|
Partite correnti |
||
+ |
– |
|
+ |
– |
1.000 |
|
|
|
1.000 |
Ecco come viene contabilizzata
una donazione di merci da parte degli USA all’Italia per € 1.000 senza
corrispettivo:
Partite correnti (importazioni) |
|
Partite correnti (trasferimenti unilaterali) |
||
+ |
– |
|
+ |
– |
|
1.000 |
|
1.000 |
|
Gli USA concedono un credito
per un controvalore di € 1.000 ad un
soggetto italiano. Ecco la contabilizzazione:
Movimenti monetari |
|
Movimenti monetari |
||
+ |
– |
|
+ |
– |
1.000 |
|
|
|
1.000 |
❍ La bilancia dei pagamenti: i movimenti monetari
Per capire l’argomento dei
pagamenti internazionali è opportuno tenere presente che gli economisti
suppongono quanto segue:
▸ Un nazionale USA accetta solo moneta nazionale
USA: se riceve euro li cambia in banca in dollari e la cambiale in euro diviene
di proprietà della banca
▸ Un non-nazionale paga sempre con assegni,
cambiali o contanti nella sua moneta
Quando un importatore italiano
paga delle merci ad un soggetto USA deve procurarsi, a questo scopo, acquistandoli
da un esportatore italiano o da una banca italiana, una cambiale sottoscritta
da un soggetto USA (es. ad un esportatore italiano) oppure un assegno
sottoscritto da un soggetto USA oppure incarica la sua banca di farsi concedere
un’apertura di credito da una banca USA o ancora si fa concedere credito
direttamente dal soggetto USA (firma una cambiale in euro).
Ogni volta che ciò avviene si
ha un aumento dei debiti dell’Italia verso l’estero.
Ogni volta che un assegno o una
cambiale sono girati da un non-nazionale ad un nazionale si ha una diminuzione
dei debiti dell’Italia nei confronti dell’estero. Ogni volta che un soggetto
USA ci firma una cambiale o ci consegna dei dollari si ha un aumento del
credito dell’Italia nei confronti dell’estero.
Si tenga presente che un
importatore USA firma all’esportatore italiano una cambiale o un assegno in
dollari, mentre un importatore italiano firma ad un esportatore USA una
cambiale o un assegno in euro.
Un operatore che deve ricevere
un pagamento in valuta estera in futuro ha tre alternativa: a) vendere la
valuta estera a termine; b concedere uno sconto al debitore estero e farsi
pagare subito, vendendo immediatamente la valuta estera sul mercato a pronti,
c) scontare il credito presso una banca e vendere immediatamente la valuta
estera sul mercato a pronti
❍ La bilancia dei pagamenti: il saldo della
bilancia dei pagamenti
Come può risultare un saldo
attivo o passivo se la bilancia dei pagamenti è redatta in partita doppia? Cosa
sono le operazioni sopra la linea e le operazioni sotto la linea?
Il saldo della bilancia dei
pagamenti si calcola tralasciando i seguenti movimenti monetari:
▸ Variazioni delle riserve ufficiali (della
Banca d’Italia)
▸ Prestiti compensativi
Queste voci sono dette
“movimenti sotto la linea”
I giornalisti, quando parlano
di “passivo della bilancia commerciale” si riferiscono al saldo (purtroppo
spesso passivo per l’Italia) delle partite correnti.
❍ I cambi
(1) Cosa si intende per "tasso di
cambio"?
Si definisce "tasso di
cambio" la quantità di moneta nazionale necessaria per ottenere una unità
di moneta estera (cosiddetto "cambio incerto per certo"), ovvero la
quantità di moneta estera necessaria per ottenere una unità di moneta nazionale
(cosiddetto cambio "certo per incerto")
(2) Cosa si intende per "svalutazione o
rivalutazione di una moneta rispetto ad un'altra"?
Si definisce "svalutazione
o indebolimento o deprezzamento di una moneta A rispetto ad una moneta B"
l'aumento del numero di unità di moneta A che vengono scambiate con una unità
di moneta B Si definisce "rivalutazione o rafforzamento o apprezzamento di
una moneta A rispetto ad una moneta B" la diminuzione del numero di unità
di moneta A che vengono scambiate con una unità di moneta B
(3) Perché un deficit nella bilancia dei
pagamenti di un paese provoca, sul mercato dei cambi, un eccesso di domanda di
moneta estera e un eccesso di domanda di moneta nazionale?
Consideriamo per semplicità
solo gli scambi di beni e servizi tra Italia e USA (Bilancia delle partite
correnti). Supponiamo che il tasso di cambio euro/dollaro sia di 1$/1€
Supponiamo che nel corso del
1990 gli imprenditori italiani vendano agli importatori USA € 1.000.000 di beni
e servizi. Questo vuol dire che gli importatori USA hanno bisogno di 1.000.000
di € e sono disposti ad offrire sul mercato dei cambi 1.000.000 $
A questo punto si possono
verificare tre casi:
● Gli imprenditori italiani riescono a vendere
nel 1990 agli importatori USA beni e servizi del valore di 1.000.000 €
In questo caso la bilancia dei
pagamenti è in equilibrio, e sul mercato dei cambi non si verifica né un
eccesso di domanda di € né un eccesso di domanda di $
Infatti, gli importatori USA
daranno agli importatori italiani 1.000.000 $ e riceveranno in cambio 1.000.000
€: sia gli importatori USA che gli importatori italiani potranno così
effettuare i loro acquisti. Poiché la domanda di dollari eguaglia l’offerta di
dollari e la domanda di euro eguaglia l’offerta di euro non vi sarà né eccesso
di offerta di lire né eccesso di offerta di dollari.
● Gli imprenditori italiani riescono a vendere
nel 1990 agli importatori USA beni e servizi del valore di 2.000.000 €
In questo caso la bilancia dei
pagamenti italiana viene definita “in surplus”: all’attuale tasso di cambio il
controvalore in dollari dei beni esportati dall’Italia è superiore al valore in
dollari dei beni esportati dagli USA (o, per dire la stessa cosa, il
controvalore in euro dei beni esportati dagli USA è inferiore al valore in euro
dei beni esportati dagli italiani)
Sul mercato dei cambi si
formerà un eccesso di domanda di euro e un eccesso di offerta di dollari,
perché mentre gli importatori USA chiedono 2.000.000 € in cambio di 2.000.000 $,
gli importatori italiani offrono solo 1.000.000 € in cambio di 1.000.000 $
Gli USA potranno importare i
beni italiani che desiderano solo se l’Italia concederà credito agli USA. Le
banche italiane presteranno 1.000.000 € agli importatori statunitensi e i
debiti degli USA nei confronti dell’Italia aumenteranno di 1.000.000 €
● Gli imprenditori italiani vendono nel 1990
agli importatori USA beni e servizi del valore di 500.000 di euro
In questo caso la bilancia dei
pagamenti italiana viene definita “in deficit”: all’attuale tasso di cambio il
controvalore in dollari dei beni esportati dall’Italia è inferiore al valore in
dollari dei beni esportati dagli USA (o, per dire la stessa cosa, il
controvalore in euro dei beni esportati dagli USA è superiore al valore in euro
dei beni esportati dagli italiani)
Sul mercato dei cambi si
formerà un eccesso di offerta di euro e un eccesso di domanda di dollari,
perché mentre gli importatori italiani chiedono 1.000.000 di dollari in cambio
di 1.000.000 di euro, gli importatori USA offrono solo 500.000 dollari in
cambio di 500.000 euro
L’Italia potrà importare i beni
USA che desidera solo se gli USA concederanno credito all’Italia. Le banche USA
presteranno 500.000 dollari agli importatori italiani e i debiti dell’Italia
nei confronti degli USA aumenteranno di 500.000 dollari
(4) Che effetto ha sui cambi un eccesso di
domanda di moneta estera e un eccesso di offerta di moneta nazionale?
Un eccesso di domanda di moneta
estera e un eccesso di offerta di moneta nazionale sul mercato dei cambi
provoca l'apprezzamento della moneta estera e la svalutazione della moneta
nazionale
(5) Perché la svalutazione della moneta di un
paese rende più competitive le merci di quel paese?
Facciamo un esempio. Se il cambio
euro/dollaro fosse 1$/1€ e un'auto di fabbricazione italiana viene venduta a €
10.000, il prezzo delle auto italiane per i consumatori USA sarà di 10.000
dollari. Ma se la lira si svaluta e il rapporto diviene 1$/2€, il prezzo delle
auto italiane per i consumatori USA sarà di 5.000 dollari.
(6) Quali sono gli effetti dell'inflazione sulla
bilancia dei pagamenti e dei cambi? Cosa si intende per "riequilibrio
automatico della bilancia dei pagamenti in regime di cambi flessibili"?
Un paese che ha un tasso di
inflazione più alto di un altro paese vedrà peggiorare la propria bilancia dei
pagamenti e svalutarsi la propria moneta. Se i prezzi dell'Italia aumentano più
velocemente dei prezzi USA, ben presto le merci italiane diventeranno meno
competitive di quelle USA. Questo provocherà un deficit nella bilancia dei
pagamenti dell'Italia, un eccesso di offerta di euro e un eccesso di domanda di
dollari sul mercato dei cambi. Quest'ultimo fatto spingerà l’euro a svalutarsi
rispetto al dollaro Questo renderà le merci italiane più competitive del
passato rispetto alle merci USA e riporterà in pareggio la bilancia dei
pagamenti. Come conseguenza, sparirà l'eccesso di domanda di dollari e
l'eccesso di offerta di euro. Per descrivere quest'ultimo fenomeno si parla di
"riequilibrio automatico della bilancia dei pagamenti in regime di cambi
flessibili"
(7) Cos’è il “mercato valutario”?
Da quali soggetti proviene la
domanda e l’offerta di valuta nazionale ed estera?
Il complesso delle transazioni
di compra-vendita delle valute prende il nome di mercato valutario. Le contrattazioni del mercato valutario
avvengono nelle borse e nelle banche.
Sul mercato valutario l’offerta
di valuta e la domanda di moneta nazionale proviene da operatori che cedono
valuta straniera in cambio di quella nazionale per effettuare acquisti o
investimenti, o trasferimenti unilaterali (es. rimesse degli emigranti) in
Italia. La domanda di divise straniere e l’offerta di moneta nazionale proviene
da operatori che cedono moneta nazionale in cambio di divise per pagare le importazioni
di beni e le prestazioni di servizi provenienti dall’estero o per effettuare
investimenti all’estero.
(8) Come si forma il tasso di cambio di
equilibrio sul mercato dei cambi (mercato valutario)?
Il grafico del
mercato dei cambi è illustrato in figura 0504251515. Sull'asse verticale
misuriamo il prezzo in dollari di un euro, e
cioè la quantità di dollari che è necessario dare per ottenere un euro.
Sull'asse orizzontale misuriamo sia la domanda di euro da parte degli importatori
USA che l'offerta di euro da parte degli importatori italiani.
Domanda e offerta di euro
dipendono dal prezzo dell’euro sul mercato dei cambi: se il prezzo dell’euro sale,
l’euro si apprezza rispetto al dollaro, i prodotti italiani diventano più
costosi per i consumatori americani e la domanda di euro da parte degli
importatori USA scende, mentre i prodotti USA diventano meno costosi per i
consumatori italiani, e la offerta di euro da parte degli importatori italiani
aumenta. Nella figura vediamo che un tasso di cambio di 5 dollari per euro è
troppo elevato per raggiungere l'equilibrio: le merci italiane sono
evidentemente troppo costose rispetto alle merci USA, perché si forma un
eccesso AB di offerta di moneta italiana (troppi importatori italiani offrono euro
per importare merci USA e troppo pochi importatori USA domandano euro per
importare merci italiane). L'eccesso di offerta di euro spingerà in basso il
prezzo in dollari degli euro. Un tasso di cambio di 1 dollaro per euro è troppo
basso per raggiungere l'equilibrio: le merci USA sono evidentemente troppo
costose rispetto alle merci italiane, perché si forma un eccesso CD di offerta
di moneta italiana (troppi importatori USA domandano euro per importare merci
italiane e troppo pochi importatori italiani offrono euro per importare merci
USA). L'eccesso di domanda di euro spingerà in basso il prezzo in dollari degli
euro. Alla fine si arriverà al tasso di cambio di equilibrio di 2 dollari per euro.
A quel tasso di cambio domanda e offerta di euro si eguagliano.
(9) Cosa sono i "cambi flessibili" o
“cambi fluttuanti”?
Si ha un "regime di cambi
flessibili" quando il cambio euro/dollaro viene lasciato variare in modo
da fluttuare in dipendenza dell'eccesso o della scarsità della domanda di monete
sul mercato dei cambi.
In un regime di cambi
flessibili il fattore più importante che determina la parità (cioè il rapporto
di cambio) è il tasso di inflazione interna dei due paesi. Infatti l’inflazione
incide sul prezzo dei beni sul mercato internazionale e questo a sua volta
incide sulle importazioni ed esportazioni e quindi sui cambi.
(10) Cosa sono i "cambi rigidi"?
Si ha un "regime di cambi
rigidi" quando la banca centrale di un paese interviene per togliere di
mezzo gli eccessi di domanda di moneta estera che potrebbero far svalutare la
moneta nazionale o gli eccessi di moneta nazionale, che potrebbero farla
rivalutare. In tal modo il tasso di cambio rimane invariato. Per togliere di
mezzo gli eccessi di domanda di dollari, che potrebbero far deprezzare la
moneta nazionale, la Banca d'Italia dichiara che al tasso di cambio esistente è
disposta a cedere agli importatori nazionali tutti i dollari che essi vorranno,
in cambio di euro. Per togliere di mezzo gli eccessi di domanda di euro, che
potrebbero far apprezzare la moneta nazionale, la Banca d'Italia dichiara che
al tasso di cambio esistente è disposta a cedere agli importatori USA tutti gli
euro che essi vorranno, in cambio di dollari. In tal modo non si forma né
eccesso di domanda di dollari né eccesso di domanda di euro, e il cambio euro/dollaro
rimane invariato
(11) Quali sono i fattori, diversi dalla situazione
dell’import/export, che possono creare eccesso di domanda o di offerta di
valuta sul mercato dei cambi facendo apprezzare o deprezzare la moneta
nazionale?
▸ Il livello del tasso di interesse reale netto
Se si ipotizza la esistenza di
un libero mercato dei capitali questi tendono ad affluire nei paesi in cui
possono ottenere una più elevata remunerazione. L’arrivo di capitali nello stato
con saggi di interesse più elevati provoca un aumento dell’offerta di moneta
straniera e un apprezzamento della sua moneta
▸ Le variazioni attese dei cambi
Le aspettative sulle variazioni
dei cambi influiscono in modi determinante sui movimenti internazionali di capitali. Se ad es. il cambio euro/dollaro
fosse di 1$ = 0,85€, con 20.000 $ un investitore americano potrebbe acquistare
titoli obbligazionari emessi nella UE per un importo di € 17.000. Se
successivamente il cambio tra le due valute diventasse di 1$ = 0,90€ il valore
dell’investimento finanziario diminuirebbe. Infatti, con la vendita dei titoli
l’operatore non ricaverebbe più 20.00 $ (cioè 17.000 € diviso 0,85), ma solo
circa 18.889 $ (cioè 17.000 € diviso 0,90). Quindi, se si prevede che la moneta
di un paese si deprezzi rispetto alle altre valute, gli investimenti finanziari
in quel paese da parte di operatori stranieri saranno scoraggiati.
Se invece si prevede che la
moneta di un paese si apprezzi rispetto alle altre valute, gli investimenti
finanziari stranieri in quel paese saranno incoraggiati.
(12) Esiste, secondo Keynes, una relazione tra
livello del reddito nazionale e deficit o surplus della bilancia dei pagamenti?
Esiste un "trade-off" tra bilancia in pareggio e piena occupazione
delle risorse?
Sì. Secondo Keynes le
importazioni dipendono dal reddito nazionale secondo la formula:
M = m · Y
dove M sono le importazioni, Y
è il reddito nazionale, e 0 ≤ m ≤ 1 è un valore percentuale che può
assumere valori tra zero (0%) e 1 (100%) In altre parole: le importazioni di
beni di produzione estera sono una frazione m del reddito delle famiglie. Se
m=0 ciò vuol dire che le famiglie non destinano nessuna parte del proprio
reddito all'acquisto di beni di produzione estera; se m=1 ciò vuol dire che le
famiglie destinano tutto il proprio reddito all'acquisto di beni di produzione
estera.
Come si vede dalla figura
0504271508, mano a mano che, a seguito di politiche keynesiane attuate dalle
Autorità centrali, il reddito nazionale Y aumenta avvicinandosi al livello del
reddito potenziale, aumentano anche le importazioni, e questo alla fine fa
andare in deficit la bilancia dei pagamenti. Nei casi peggiori esiste un
trade-off tra bilancia dei pagamenti in pareggio e piena occupazione delle
risorse: nella figura si vede che il punto in cui il bilancio è in equilibrio
non coincide con quello del reddito di piena occupazione: se il governo vorrà
ottenere la piena occupazione dovrà accettare un aumento delle importazioni e
un deficit nella bilanci dei pagamenti; se vorrà ottenere un pareggio nella
bilancia dei pagamenti dovrà rinunciare ad ottenere la piena occupazione delle
risorse.
(13) In cosa consiste la "politica dei conti
con l'estero" del Governo? Attraverso quali interventi il Governo può
riportare in pareggio la bilancia dei pagamenti?
La "politica dei conti con
l'estero" è costituita dall'insieme degli interventi del Governo per
riportare in pareggio la bilancia dei pagamenti. Tra tali interventi
ricordiamo:
● Provvedimenti specifici di politica valutaria:
● Imposizione
di limitazioni sulle somme (sia in valuta estera che nazionale) che i cittadini
che si rechino all’estero possono portare con sé
● Controlli
sulle operazioni valutarie delle banche ordinarie. Le banche italiane
autorizzate a negoziare valuta non sono tenute a versare alla Banca d’Italia
tutte le divise in cui entrino in possesso. La Banca Centrale può tuttavia
imporre di vendere le valute all’UIC (Ufficio Italiano Cambi) in cambio di
moneta nazionale, al fine di aumentare le sue riserve.
● Divieti
o limiti all’esportazione di capitali all’estero (es. per acquisto di titoli
esteri).
● Provvedimenti di politica economica generale
● Incoraggiamento
del consumo di beni nazionali anziché di beni esteri, mediante finanziamento di
campagne pubblicitarie ecc.
● Svalutazione
della moneta nazionale
● Interventi
per diminuire la domanda aggregata e il reddito nazionale, cosicché
diminuiscano anche le importazioni, che sono legate al reddito
● Aumento
del tasso di interesse
L'effetto è duplice:
▸ da un lato diminuirebbero gli investimenti
degli imprenditori, e quindi diminuirebbero la domanda aggregata, il reddito
nazionale e le importazioni
▸ Dall'altro lato, gli alti tassi attirerebbero
capitali stranieri nel Paese, e questo surplus della bilancia dei capitali
compenserebbe il deficit nella bilancia delle partite correnti
● Sostegno
alla ricerca, all'innovazione, al rinnovamento tecnologico degli impianti
produttivi, in modo che i prodotti nazionali divengano più competitivi e meno
costosi
● Politica
dei redditi: lo Stato promuove un accordo tra lavoratori e datori di lavoro per
mantenere contenuti i salari, in modo che i prezzi delle merci italiane
rimangano competitivi rispetto a quelli delle merci straniere
● Lotta
all'inflazione: perché se un paese ha un tasso di inflazione superiore a quello
degli altri paesi, le sue merci diverranno prima o poi meno competitive
rispetto a quelle dei concorrenti