ANTOLOGIA DI BRANI
SPIRITUALI antico Egitto |
❍ La sorte del Faraone (Testi delle piramidi )
❍ Il grande dio Ptah (Teologia Menfita, testo su pietra, 700
a.C. circa)
❍ Le
parole di Osiride (Testi dei sarcofagi
)
❍ Il
riposo del morto (Testi dei sarcofagi
)
❍ Dall’Insegnamento di Any
(testo religioso egizio, 1350 a.C.)
❍ Secondo
brano dall’Insegnamento di Any (testo religioso egizio, 1350 a.C.)
❍ Dall’Insegnamento di Ptahhotep
(testo religioso egizio, 2400 a.C.)
❍ Dalla Lamentazione dell’arpista
cieco sulla caducità (testo religioso egizio)
❍ Dall’Insegnamento per Meri-ka-rê
(testo religioso egizio, 2050 a.C.)
❍ Secondo brano dall’Insegnamento
per Meri-ka-rê (testo religioso egizio, 2050 a.C.)
❍ L’ascensione
del morto al cielo (dai Testi delle
piramidi, 2600 a.C.)
❍ Preghiera
dell’anima del morto a Osiride (dai Testi
delle piramidi, 2600 a.C.)
❍ Preghiera di un defunto nella
sala delle due verità (testo religioso egizio)
❍ Lode al sole del mattino (testo religioso egizio)
❍ Lode al sole
della sera (testo religioso egizio)
❍ Dall’Inno ad Ammon-Rê (testo religioso
egizio)
❍ Dal Poema solare di Amarna del faraone Ekhnaton
❍ Secondo
brano dal Poema solare di Amarna del
faraone Ekhnaton
❍ Terzo brano dal Poema solare di Amarna del faraone
Ekhnaton
❍ La
sfinge (Champdor, Le livre des morts
)
❍ Istruzioni del principe Hergedef
❍ La sorte del Faraone (Testi delle piramidi )
O Faraone
Tu apri il tuo posto nel Cielo
fra le stelle del Cielo, perché sei una stella
Tu guardi dall’alto Osiride, tu
comandi ai defunti, resti lontano da loro, non sei uno di loro
Rê-Atum
non ti consegna a Osiride, che non giudica il tuo cuore e non ha potere sul tuo
cuore
Osiride,
tu non ti impadronirai di lui, tuo figlio Horo non si impadronirà di lui.
Come
Osiride vive, tu, Faraone, vivi.
Come
Osiride non muore, tu, Faraone, non muori.
❍ Il grande dio Ptah (Teologia
Menfita, testo su pietra, 700 a.C. circa)
Colui
che si è manifestato come cuore, colui che si è manifestato come lingua, sotto
le parvenze di Atum, è Ptah l’antichissimo, il più grande degli dèi.
Egli
ha fatto esistere gli dèi. Essi sono penetrati in ogni sorta di pianta, in ogni
sorta di pietra, in ogni sorta di argilla, in ogni cosa che cresce e mediante
la quale essi possono manifestarsi.
❍ Le parole di Osiride (Testi dei sarcofagi )
Che io viva o muoia, io sono
Osiride.
Io penetro in te e riappaio
attraverso la tua persona; in te deperisco e in te cresco.
Gli dèi vivono in me perché io
vivo e cresco nel grano che li sostenta.
Io copro la terra; che io viva
o muoia, io sono l’Orzo, non mi si può distruggere.
Ho penetrato l’Ordine. Sono
divenuto il Sovrano dell’Ordine, emergo dall’Ordine
❍ Il riposo del morto (Testi dei sarcofagi )
Tu
sei dato a tua madre Nut, dea del cielo, nel suo nome di Sarcofago.
Tu
sei posto nel letto di Nut nel quale dormirai in attesa di risvegliarti a nuova
vita1.
Tu
sei ora il figlio di un Re, un principe, e lo sarai finché il tuo cuore sarà
con te.
(1) Deponendo il morto nel sarcofago, lo si
collocava tra le braccia di sua madre, la dea del cielo Nut. I quattro lati del
sarcofago sono personificati come Iside, Nephtys, Horo e Thoth; il fondo è
identificato a Geb, il dio della terra, e il coperchio alla dea del cielo. Così
il morto era circondato nel sarcofago dalle personificazioni dell’intero cosmo.
❍ Dall’Insegnamento
di Any (testo religioso egizio, 1350 a.C.)
La dimora di Dio ha orrore dello schiamazzo. Prega con cuore desideroso, le cui
parole tutte rimangano nascoste. Egli fa ciò di cui necessiti; egli esaudisce
le tue parole e accetta l’offerta.
❍ Secondo brano dall’Insegnamento di Any (testo religioso
egizio, 1350 a.C.)
Il corpo dell’uomo è più
spazioso di un granaio, e pieno di risposte di ogni sorta; scegli quelle buone
e parla quando quelle cattive sono serrate dentro di te.
❍ Dall’Insegnamento
di Ptahhotep (testo religioso egizio, 2400 a.C.)
Quel che danno gli dèi viene da
sé.
❍ Dalla Lamentazione
dell’arpista cieco sulla caducità (testo religioso egizio)
Gli dèi che furono una volta
riposano nelle proprie piramidi
Di coloro che una volta
costruirono case, le sedi non esistono più
Nessuno torna di là per
raccontarne
Fino a che non vi appressate al
luogo ove loro sono andati.
e i lamenti non salvano alcuno
dagli inferi.
vedi, a nessuno è concesso di
portare con sé i propri averi,
vedi, nessuno che sia andato
torna indietro!
A
chi parlerò oggi? I fratelli sono malvagi, i compagni di ieri non si amano... i
cuori sono rapaci: ognuno afferra i beni del vicino… Non ci sono più giusti. Il
paese è abbandonato a coloro che lavorano all’iniquità… Il peccato che percorre
la terra non ha fine
Oggi
la morte è davanti a me come la guarigione per un malato… come il profumo della
mirra… come l’aroma dei fiori di loto… come l’odore (dei campi) dopo la
pioggia… come il desiderio ardente di un uomo di tornare a casa dopo lunghi
anni di prigionia
❍ Dall’Insegnamento
per Meri-ka-rê (testo religioso egizio, 2050 a.C.)
Un solo giorno dà l’eternità, e
una sola ora dà il bene a venire. Dio conosce chi opera per lui.
❍ Secondo brano dall’Insegnamento
per Meri-ka-rê (testo religioso egizio, 2050 a.C.)
Una generazione passa dopo
l’altra fra gli uomini; Dio, che conosce l’essenza degli uomini, si tiene
nascosto.
❍ L’ascensione del morto al cielo
(dai Testi delle piramidi, 2600 a.C.)
Egli vola lontano da noi, o
uomini.
Egli non è più sulla terra,
egli è nel cielo.
Egli si è slanciato nel cielo
come airone; egli ha baciato il cielo come falco; egli è balzato nel cielo come
locusta.
❍ Preghiera dell’anima del morto a
Osiride (dai Testi delle piramidi,
2600 a.C.)
Tu che fai battere più veloce
l’ala del tempo,
tu abitatore di tutti i misteri
della vita,
tu sorvegliante di ogni parola
che dico,
vedi, tu ti vergogni di me, tuo
figlio
Oh, fai pace con me, fai pace
Fa’ che tutti i miei peccati
siano lavati via
deponi l’onta che tanto ti
riempie il cuore,
perché d’ora in poi tu e io
siamo in pace.
❍ Preghiera di un defunto nella sala delle due verità
(testo religioso egizio)
Non ho commesso peccati contro
gli uomini. Non ho fatto nulla che gli dèi aborriscono.
Non ho appesantito i pesi sulla
bilancia. Non ho rubato il latte dalla bocca del bambino.
Non ho commesso peccato!
Non ho mentito!
Sia lode a voi, o dèi che vi
trovate nella sala delle due Verità, nel cui corpo non vi è alcuna menzogna e
che vivete nella verità.
Vedete, giungo a voi senza
peccato, senza male; vivo nella verità e mi nutro della verità del mio cuore.
Ho dato pane all’affamato,
acqua all’assetato, vestiti all’ignudo.
Salvatemi, proteggetemi! Non mi
accusate al cospetto del grande dio.
❍ Lode al sole del mattino (testo
religioso egizio)
Venerazione di Rê quando sorge
nell’orizzonte orientale del cielo.
Lode a te, che sorgi dall’acqua
primordiale e, quando ti manifesti, rischiari i due Paesi.
Ti loda l’intera enneade
"Lode a te", dicono
insieme tutti gli animali selvaggi.
Illuminami, perché io veda la
tua bellezza.
❍ Lode al sole della sera (testo
religioso egizio)
Venerazione di Rê-Harakhti1
, quando tramonta nell’orizzonte occidentale del cielo
I magnifici abitatori
dell’occidente giubilano. Colà tu risplendi per il gran dio, Osiride, il
sovrano dell’eternità.
I Signori delle grotte, nelle
loro caverne, levano le mani e ti lodano.
I Signori degli inferi aprono i
loro occhi quando guardano verso di te.
Tu odi le preghiere di coloro
che giacciono nei sarcofagi. Tu scacci il loro dolore e storni il loro male. Tu
dai il respiro alle loro narici, ed essi afferrano la gòmena di prora della tua
Barca all’orizzonte della grande montagna dietro la quale tramonta il sole.
(1) Nome del dio sole di Eliopoli
❍ Dall’inno ad Ammon-Rê (testo
religioso egizio)
Lode a te, sole del giorno, tu
che hai creato tutte le creature e dato loro i mezzi di sostentamento! Grande
falcone dalle penne screziate, nato per elevarsi, nato da se stesso senza
essere generato.
Tu
sorgi bellissimo all’orizzonte del cielo, o vivo Aten da quando desti inizio
alla vita brillando a oriente sull’orizzonte e riempiendo ogni terra della tua
bellezza.
Sei
bello e grande, mentre splendi in alto su ogni paese, e i tuoi raggi
abbracciano le terre fino ai limiti da te segnati, perché tu sei il sole e
raggiungi i loro confini e le assoggetti al suo figlio diletto.
Sei
tanto lontano, eppure i tuoi raggi inondano la terra. Tu splendi sul volto
degli uomini, eppure i tuoi moti non sono visibili. Quando tramonti
all’orizzonte occidentale, la terra giace nelle tenebre come in preda alla
morte. Gli uomini passano la notte nel loro letto, con la teta coperta, e non
c’è occhio che veda i suoi simili. I loro beni vengono rubati anche se nascosti
sotto il guanciale, ed essi non se ne accorgono. Il leone esce dalla sua tana,
i serpenti mordono. L’oscurità è il [solo] lume, mentre la terra è immersa nel
silenzio e il suo creatore riposa dietro all’orizzonte.
La
terra s’illumina quando tu sorgi all’orizzonte, splendendo come Aten durante il
giorno. Tu scacci le tenebre ed elargisci i suoi raggi. I Due Paesi si destano
festosi, si alzano in piedi, tu li hai fatti sorgere. Le membra sono lavate,
vestite, e le mani si levano in alto per ringraziarti della tua gloriosa
comparsa. Il paese intero compie il suo lavoro. Il bestiame pascola quieto nei
campi. Alberi e prati rinverdiscono. Gli uccelli, che si alzano in volo dai
nidi, con le loro ali lodano il tuo spirito. Gli animali inebriati saltano di
gioia. Tutto ciò che vola o è in sosta sulla terra rivive quando tu sorgi per
loro. Le navi viaggiano verso il nord e altrettante vanno verso il Sud. Ogni
strada si apre al tuo apparire. Nel fiume i pesci guizzano davanti al tuo viso.
I tuoi raggi splendono sul Grande Verde [il mare]. Tu fai crescere il seme
maschile nel grembo delle done, tu crei i liquidi umori del genere umano,
portando alla vita il figlio nel ventre della madre e asciugando le sue
lacrime, nutrendolo già nel corpo materno; tu doni l’aria che fa vivere tutto
ciò che hai creato, e nel giorno della nascita l’uomo esce dal corpo per
respirare; tu gli apri la bocca e crei il suo sostentamento. Il pulcino pigola
in modo che possa rompere il guscio dell’uovo; tu gli dài l’aria dentro al
guscio, perché possa vivere; tu l’hai creato in modo che possa rompere il
guscio dell’uovo, ed esce fuori del guscio per testimoniare la sua completezza
e cammina su due zampe.
Come
varie e molteplici sono le tue opere. Esse sono misteriose all’intelligenza
dell’uomo. Tu, unico dio, al quale nessun altro è simile. Tu hai creato la
terra secondo il tuo cuore e da solo, proprio tutti gli uomini e mandrie e
greggi, tutto ciò che si trova sulla terra, gli esseri che camminano coi piedi,
quelli che si librano sulle ali, i paesi di Khor [Siria e Palestina]e di Cush e
la terra d’Egitto. Tu collochi ciascuno al suo posto e crei per ciascuno il
cibo adatto al suo sostentamento e stabilisci i limiti della sua vita; tu dài
agli uomini lingue diverse e caratteri diversi, e il colore della pelle cambia,
perché hai distinto paese da paese.
Nel
mondo sotterraneo tu formi la piena del Nilo e la guidi doe tuoi per dar vita
ai comuni mortali, che tu hai creato per te, loro signore, che con essi lavori;
tu, il signore di ogni paese, che brilli per loro, l’Aten, che splende nelle
ore del giorno in tutta la sua maestà. A tutti i paesi lontani, tu hai dato
vita. Hai posto un fiuma Nilo nel cielo [cioè la pioggia], ed esso scende per
loro e fa onde sui monti come il Grande Verde per irrigare campi e villaggi.
Come efficaci soo i tuoi piani, o Signore dell’eternità. La piena del Nilo
celeste è il tuo dono ai paesi stranieri e agli animali di ogni contrada, che
camminano coi piedi. Ma per la terra d’Egitto la piena del Nilo esce dal mondo
sotterraneo. I tuoi raggi nutrono le praterie. Quando tu brilli, l’erba vive e
cresce per te.
Tu
fai le stagioni perché tutte le cose che hai creato possano prosperare,
l’inverno per rinfrescarle, il calore estivo perché abbiano il tuo sapore. Tu
hai fatto il cielo lontano per risplendervi e vedere tutto ciò che hai creato,
perché tu sei solo e risplendi nelle tue varie forme come l’Aten vivo,
comparendo glorioso, cinto di raggi, lontano e vicino al tempo stesso. Da te
solo tu trai milioni di aspetti, città e villaggi, campi, strade e fiume. Ogni
occhio ti vede di fronte a sé, perché tu sei il disco del giorno…
Nessun
altro ti conosce se non tuo figlio Neferkheprurē‛-wa‛enrē‛,
perché tu gli hai dato la capacità di
intendere i tuoi disegni e la tua forza. La terra viene alla vita sotto la tua
mano allo stesso modo degli uomini. Tu hai brillato ed essi sono venuti alla
vita. Tu tramonti ed essi muoiono. Tu stesso sei la vita e gli uomini vivono
per mezzo tuo. Gli occhi sono di fronte alla bellezza, finché tu non tramonti.
Ogni lavoro è sospeso, quando tu tramonti a destra [ovest]. Sorgendo tu fai prospero… per il re; tutte le gambe sono in
moto dal momento che tu hai toccato la terra. Tu fai sorgere gli uomini per tuo
figlio, uscito dal tuo corpo. il Re
Neferkheprurē‛-wa‛enrē‛ il figlio di
Rē‛, che vive della virità, il Signore dai gloriosi aspetti
Akhenaten, grande durante la sua vita; e con lui possa vivere a lungo e
prosperare la grande moglie del re, che egli ama, la signora dei Due Paesi,
Nefernefruaten-Nefertiti.
❍ Dal poema solare di Amarna del faraone Ekhnaton
Quando tramonti all’orizzonte
occidentale
il mondo è nell’oscurità, come
nella morte.
I dormienti sono nelle camere,
con le teste coperte,
un occhio non può vedere
l’altro.
Tutte le loro cose, mentre
stanno sotto le loro teste, vengono rubate ed essi non se ne avvedono.
Ogni bestia feroce s’avanza
dalla propria tana,
tutti i rettili mordono;
l’oscurità li attrae come altri
sono attratti da un focolare.
Il mondo giace nel silenzio,
poiché colui che l’ha creato è tramontato al proprio orizzonte.
❍ Secondo brano dal poema solare
di Amarna del faraone Ekhnaton
Gli uccelli volano dai propri
nidi,
le loro ali si levano in tua
adorazione;
tutti gli animali selvatici
saltano sulle zampe;
tutto quel che vola e striscia
vive, perché tu di nuovo
risplendi per esso.
Quanto innumerevoli sono le tue
opere!
Esse sono nascoste agli uomini
Il mondo si trova sulla tua
mano,
così come lo hai creato.
Quando risplendi, gli esseri
vivono;
quando tramonti, muoiono.
Tu sei il tempo stesso della
vita.
❍ Terzo brano dal poema solare di Amarna del faraone
Ekhnaton
Respirerò
il dolce respiro della tua bocca. Ogni giorno contemplerò la tua bellezza […]
Dammi le tue mani, apportatrici del tuo spirito, affinché io ti riceva e viva
del tuo spirito. Chiama il mio nome per tutta l’eternità: non sarà mai assente
al tuo richiamo!
❍ La sfinge (Champdor, Le livre des morts )
La
sfinge veglia sempre sulle gigantesche necropoli. La sua faccia dipinta di
rosso contempla il solo punto dell’orizzonte in cui si leva il sole. E’ il
guardiano delle soglie proibite e delle mummie regali; ascolta il canto dei
pianeti; veglia al confine dell’eternità, su tutto ciò che fu e su tutto ciò
che sarà; guarda scorrere lontano il Nilo celeste e navigare le barche solari.
❍ Istruzioni del principe Hergedef
Purificati
di fronte ai tuoi stessi occhi,
affinché
nessun altro ti purifichi.
Quando
la prosperità è raggiunta fonda la tua casa,
prendi
una donna di cuore e ti nascerà un maschio.
Quando
ci si costruisce la casa
lo
si fa per il proprio figlio.
Fa’
bene la tua dimora sepolcrale
e
degna la residenza d’Occidente.
Dato
che la morte ci umilia
e
la vita ci esalta,
è
per la vita la casa della morte.
Trova
dei campi che l’acqua inondi bene,
[testo
mancante]
Scegli
per lui [sacerdote addetto ai riti funebri] un terreno fra i tuoi campi,
che
l’acqua inondi bene ogni anno.
Di
lui ti giovi più che del tuo stesso figlio,
Preferiscilo
persino al tuo [erede].
Quando
mangi tra amici
evita
i cibi che ami:
una
rinuncia richiede solo un attimo,
l’ingordigia
è meschina e riprovevole.
Un
bicchiere d’acqua calma la sete,
un
boccone d’erbe fortifica il cuore;
ciò
che è buono vale la bontà stessa,
un
poco di qualcosa vale il molto.
Abietto
è colui il cui ventre brama quando l’ora è trascorsa,
egli
scorda coloro nella cui casa il suo ventre vaga.
Lascia
che il tuo nome si faccia avanti
e
la tua bocca rimanga, intanto, chiusa.
Chiamato,
non sfoggiare la tua forza
Non
sappiamo ciò che può accadere,
ciò
che farà dio, quando punirà.